Hubbard, Scientology e le arti figurative. 7. Artisti Scientologist
Tramite i suoi Centri delle Celebrità, Scientology coltiva consapevolmente il rapporto con gli artisti, che si tratti di superstar dell’arte o di pittori “commerciali”.
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Tramite i suoi Centri delle Celebrità, Scientology coltiva consapevolmente il rapporto con gli artisti, che si tratti di superstar dell’arte o di pittori “commerciali”.
L’integrazione tra gli elementi dell’opera per Hubbard è l’elemento decisivo per un risultato artistico di successo.
L’artista professionista è chi sa usare adeguatamente la “scena ideale” e la “collezione di ricordi”, due concetti tipici di Hubbard.
Per Hubbard, a differenza della semplice illustrazione, la vera arte suscita sempre un contributo nella persona che la osserva.
Per il fondatore di Scientology, se la tecnica mette in pericolo la trasmissione del messaggio, l’artista dovrebbe cambiare la tecnica piuttosto che il messaggio.
Per tutta una cultura, “essere artisti si identificava con l’essere amorali, depravati, oziosi e dediti al bere”. Quella cultura, secondo Hubbard, sbagliava.
Il fondatore di Scientology ha dedicato molta attenzione all’estetica. I suoi testi sul tema rimangono però poco noti.
Nessuna delle politiche di etica della Chiesa di Scientology può essere considerata contraria alle leggi di un Paese democratico.
La disconnessione fu cancellata da Hubbard nel 1968, ma reintrodotta formalmente nel 1983 come espressione della “libertà di decidere con chi si vuole comunicare”.
MASSIMO INTROVIGNE
MARCO RESPINTI
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