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Scientology, tribunali e politiche di disconnessione/fair game. 4. L’evoluzione della disconnessione

11/14/2022Massimo Introvigne |

La disconnessione fu cancellata da Hubbard nel 1968, ma reintrodotta formalmente nel 1983 come espressione della “libertà di decidere con chi si vuole comunicare”.

di Massimo Introvigne

Articolo 4 di 5. Leggi l’articolo 1, l’articolo 2 e l’articolo 3.

Read the original article in English.

Anti-cultists demonstrating against the disconnection policy of Scientology.
Manifestazione di attivisti anti-sette contro la politica di disconnessione di Scientology. Crediti.

Nel 1968, la disconnessione fu cancellata da Hubbard con una HCO Policy Letter datata 15 novembre, pubblicata meno di un mese dopo che anche la “Legge del Fair Game” era stata abolita. Scriveva Hubbard: “Poiché ora possiamo gestire tutti i tipi di casi, la disconnessione come condizione è abolita”.

Questa HCO Policy Letter consiste in una sola riga, eppure è stata ampiamente discussa nelle controversie su Scientology. I critici sostengono che il cambiamento di politica è stato causato dalle critiche dei media e dall’indagine di una commissione d’Inchiesta ufficiale su Scientology in Nuova Zelanda, alla quale in effetti Hubbard scrisse il 26 marzo 1969: “Per quanto riguarda la pratica della Disconnessione, ne ho parlato con il Consiglio di Amministrazione della Chiesa di Scientology, il quale non ha intenzione di reintrodurre questa politica, che è stata cancellata il 15 novembre 1968. Da parte mia, non vedo alcun motivo per cui questa politica debba essere reintrodotta, dato che un’ampia indagine nei Paesi di lingua inglese ha rilevato che questa pratica non è accettabile”.

A proposito, l’“ampia indagine” non era un artificio retorico di Hubbard: aveva davvero consultato gli Scientologist di tutto il mondo anglofono attraverso un questionario. Ma è anche vero che nel 1968 Hubbard riteneva che Scientology fosse in grado di “gestire tutti i tipi di casi”, senza che la disconnessione fosse strettamente necessaria.

Sebbene alcuni critici sostengano il contrario, uno studio dei testi prodotti da Scientology negli anni successivi conferma che la pratica della disconnessione fu di fatto interrotta e che vennero messe in atto diverse tecniche alternative per gestire le “potenziali fonti di guai” (PTS). Questo si riflette nella seconda edizione inglese (1970) di “Introduzione all’Etica di Scientology” di Hubbard, nella quale i precedenti riferimenti alla disconnessione sono sostituiti da un paragrafo dove si spiega che la situazione delle PTS dovrebbe essere gestita attraverso un “auditing speciale”. Leggiamo (a pag. 48) che “Una POTENZIALE FONTE DI GUAI è definita come una persona che, pur essendo attiva in Scientology, o un preclear, rimane collegata a una persona o a un gruppo che è una Persona Soppressiva o un Gruppo Soppressivo. Finché questa connessione non è gestita con un auditing speciale, non può accadere nulla di benefico. (Una potenziale fonte di guai è una persona o un preclear che va sulle ‘montagne russe’, cioè migliora e poi peggiora. Questo accade solo quando la sua connessione con una persona o un gruppo soppressivo non è stata gestita e, per rendere permanenti i suoi guadagni in Scientology, deve ricevere un trattamento mirato a gestire tale situazione)”.

Nel 1973, tuttavia, la disconnessione tornò. Il 10 agosto 1973 la “disconnessione” è menzionata di sfuggita in una HCO Policy Letter sulle PTS: “Ci sono due dati stabili che chiunque deve avere, capire e sapere che sono veri per ottenere risultati nella gestione della persona collegata ai soppressivi. Questi dati sono: 1. Che tutte le malattie, più o meno gravi, e tutti i fallimenti derivano direttamente e unicamente da una condizione di PTS. 2. Che per liberarsi di questa condizione sono necessarie tre azioni fondamentali: A. Scoprire. B. Gestire o disconnettere. Le persone chiamate a gestire le PTS possono farlo molto facilmente, molto più facilmente di quanto credano. Il loro ostacolo fondamentale è pensare che ci siano delle eccezioni, o che ci sia un’altra tecnologia, o che i due dati di cui sopra possano essere modificati o non funzionino. Nel momento in cui una persona che sta cercando di gestire le PTS si convince che ci sono altre condizioni o ragioni o tecnologie, è subito perduta, e perderà la partita senza ottenere risultati. E questo è davvero un peccato, perché la gestione non è difficile e i risultati sono a portata di mano”.

L. Ron Hubbard negli anni ‘70. Fonte: lronhubbard.org.
L. Ron Hubbard negli anni ‘70. Fonte: lronhubbard.org.

Questo breve accenno permette a Hubbard di affermare, un mese dopo, che “‘gestire o disconnettere’ fa parte della procedura corrente sulla gestione delle Potenziali Fonti di Guai, come da HCO B 10 agosto ‘73, ‘Gestione delle PTS’”. Questa citazione proviene da una HCO Policy Letter del 15 settembre 1973. È stata contrassegnata come “riservata” e non è stata pubblicata nelle raccolte ufficiali. Tuttavia, è stata ripetutamente pubblicata sul web dai critici di Scientology e, per quanto ne so, la sua autenticità non è mai stata contestata. Hubbard insisteva sul fatto che “la pratica di pubblicare o scrivere lettere di disconnessione alla persona interessata” era ancora proibita, “qualsiasi lettera o azione di disconnessione aggressiva o accusatoria dovrebbe essere evitata” e “una grande percentuale di casi si risolverà completamente” senza bisogno di ricorrere alla disconnessione.

Tuttavia, la disconnessione era effettivamente ripristinata, anche se come eccezione da utilizzare “in pochissimi casi” e senza eccessiva pubblicità.

Hubbard dichiarava che una persona può semplicemente decidere di disconnettersi e da quel momento in poi sarà disconnessa. “In alcuni casi, l’oggetto in questione potrebbe essere morto, spiegava, e la persona non avrà altra scelta se non quella di disconnettersi. In questo caso, la persona si disconnette semplicemente in quel momento, nell’ufficio dell’Ufficiale di Etica o in seduta. Non sono necessarie altre azioni. Qualcuno potrebbe voler scrivere una dichiarazione in tal senso, che sarà semplicemente archiviata nel suo fascicolo etico, senza che siano intraprese altre azioni. Non dovrà essere spedita a nessuno”.

Il 10 settembre 1983 Hubbard pubblicò la sua ultima parola sul tema e la sua difesa della politica di disconnessione. Fece notare che il diritto di comunicare include anche il diritto di non comunicare. “Se uno ha il diritto di comunicare, scrisse, allora deve anche avere il diritto di non ricevere comunicazioni da un altro. È quest’ultimo corollario del diritto di comunicare che ci dà il diritto alla privacy […] Un esempio è il matrimonio. In una società monogamica, l’accordo è che ci si sposa con una sola persona alla volta. Questo accordo si estende all’avere relazioni di seconda dinamica con il proprio coniuge e con nessun altro. Pertanto, se la moglie Shirley stabilisce una linea di comunicazione di tipo 2D con qualcuno che non sia il marito Pete, si tratta di una violazione dell’accordo e dei postulati del matrimonio. Pete ha il diritto di insistere che questa comunicazione cessi, o che cessi il matrimonio”.

La comunicazione è fondamentale per Scientology. Ma il diritto di comunicare implica anche il diritto di non comunicare. Dai Corsi Online di Scientology (in inglese).
La comunicazione è fondamentale per Scientology. Ma il diritto di comunicare implica anche il diritto di non comunicare. Dai Corsi Online di Scientology (in inglese).

A parte il gergo di Scientology, Hubbard risponde efficacemente ai suoi critici osservando che, se esiste il diritto di “disconnettersi” dal proprio coniuge attraverso il divorzio per una serie di motivi, non è chiaro perché uno Scientologist non possa “disconnettersi” da parenti o amici quando questi commettono quello che, ai suoi occhi, è il gravissimo crimine di cercare di distruggere Scientology.

Hubbard ricorda agli Scientologist che nel 1968 “la disconnessione come condizione fu cancellata. Era stata abusata da alcuni individui che non erano riusciti a gestire situazioni che avrebbero potuto essere gestite e che si erano disconnesse in modo pigro o criminale, creando così situazioni ancora peggiori di quella originale, perché si trattava di un’azione sbagliata”.

Il tempo, tuttavia, secondo Hubbard, aveva dimostrano che le persone soppressive usavano la cancellazione della disconnessione per danneggiare ulteriormente Scientology. Di qui il ripristino della disconnessione nel 1983. La disconnessione era stata in effetti reintrodotta nel 1973, ma attraverso una Policy Letter riservata. Nel 1983, Hubbard era pronto a ripresentare pubblicamente la politica di disconnessione e a difenderla come parte non solo della libertà di religione, ma dei diritti umani fondamentali.

“Non possiamo permetterci, sosteneva Hubbard, di negare agli Scientologist quella libertà fondamentale che è concessa a tutti gli altri: il diritto di scegliere con chi comunicare o meno. È già abbastanza grave che ci siano governi che cercano, con l’uso della forza, d’impedire alle persone di disconnettersi da loro (ne sono testimoni coloro che vogliono lasciare la Russia ma non possono!). Il fatto è che la disconnessione è uno strumento vitale per gestire la situazione delle PTS e può essere molto efficace se usata correttamente. Pertanto, la tecnologia della disconnessione è formalmente ripristinata, per l’uso da parte di quelle persone che hanno ricevuto sufficiente e adeguato addestramento nella gestione delle persone soppressive e delle PTS”.

Nel 1983 Hubbard ribadiva anche che in una percentuale maggioritaria dei casi la disconnessione non è necessaria, poiché la maggior parte delle situazioni di PTS può essere gestita attraverso l’auditing. L’esperienza, tuttavia, aveva insegnato a Scientology che la politica di disconnessione non poteva essere eliminata del tutto, sebbene dovesse essere implementata entro i limiti rigorosi delle leggi dello Stato. “La tecnologia di disconnessione è essenziale nel trattamento delle PTS. Può salvare, e ha salvato, vite umane e ha prevenuto un’incalcolabile quantità di problemi e di disordini. Dev’essere preservata e utilizzata correttamente”.

Tuttavia, “Nulla di quanto contenuto in questo HCOB potrà mai o in nessuna circostanza giustificare una violazione delle leggi dello Stato. Qualsiasi infrazione di questo tipo esporrà il trasgressore alle sanzioni previste dalla legge e nello stesso tempo alle azioni di etica e giustizia”.

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Massimo Introvigne
Massimo Introvigne

Massimo Introvigne (born June 14, 1955 in Rome) is an Italian sociologist of religions. He is the founder and managing director of the Center for Studies on New Religions (CESNUR), an international network of scholars who study new religious movements. Introvigne is the author of some 70 books and more than 100 articles in the field of sociology of religion. He was the main author of the Enciclopedia delle religioni in Italia (Encyclopedia of Religions in Italy). He is a member of the editorial board for the Interdisciplinary Journal of Research on Religion and of the executive board of University of California Press’ Nova Religio.  From January 5 to December 31, 2011, he has served as the “Representative on combating racism, xenophobia and discrimination, with a special focus on discrimination against Christians and members of other religions” of the Organization for Security and Co-operation in Europe (OSCE). From 2012 to 2015 he served as chairperson of the Observatory of Religious Liberty, instituted by the Italian Ministry of Foreign Affairs in order to monitor problems of religious liberty on a worldwide scale.

www.cesnur.org/

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