A metà degli anni Sessanta, Hubbard introdusse una politica che chiedeva agli Scientologist di “disconnettersi” da amici o parenti che mostravano una forte ostilità verso Scientology.
di Massimo Introvigne
Articolo 3 di 5. Leggi l’articolo 1 e l’articolo 2.
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Nel precedente articolo di questa serie ho introdotto la distinzione che Scientology propone tra persone soppressive, le quali sono non Scientologist che cercano di distruggere Scientology, e “potenziali fonti di guai” (PTS), cioè quegli Scientologist che rimangono in contatto con persone soppressive. Nella HCO Policy Letter del 27 ottobre 1964, di cui ho parlato nell’articolo precedente, Hubbard scriveva che le PTS “non dovrebbero essere accettate per l’auditing da nessuna organizzazione o auditor”.
Si proponeva quindi di risolvere il problema semplicemente escludendo queste “potenziali fonti di guai” dall’auditing. In seguito, si ritenne che questo non fosse sufficiente.
Nella HCO Policy Letter del 23 dicembre 1965, Hubbard incluse questa definizione: “Una POTENZIALE FONTE DI GUAI è definita come una persona che, pur essendo attiva in Scientology o sia un pc [preclear], rimane collegata a una persona o a un gruppo che è una Persona o un Gruppo Soppressivo”.
In questa lettera del 1965, la politica per il trattamento delle PTS era spiegata in modo più dettagliato. Non solo costoro “non possono ricevere alcun tipo di processing finché la situazione non è stata gestita”, ma dev’essere detto loro che, se vogliono rimanere in Scientology, devono “riformare” le persone soppressive con cui sono in contatto, oppure “disconnettersi” da loro.
“Uno Scientologist legato da vincoli familiari o di altro tipo a una persona colpevole di Atti Soppressivi, scriveva Hubbard, è noto come Potenziale Fonte di Guai. La storia di Dianetics e Scientology è costellata di queste persone. Confusi da legami affettivi, ostinati nel rifiuto di abbandonare Scientology, ma invalidati da una Persona Soppressiva in ogni momento, non possono, avendo un PTP (Present Time Problem), ottenere guadagni. Se agissero con determinazione in un modo o nell’altro – riformando la Persona Soppressiva o disconnettendosi da lei – potrebbero ottenere guadagni e recuperare il loro potenziale. Se non si muovono con determinazione, alla fine soccombono”.
Per Hubbard era del tutto chiaro che questo poteva comportare la “disconnessione” anche dal coniuge o da un altro parente stretto. “Questa Policy Letter [del 23 dicembre 1965], scriveva, si estende a mogli e mariti e genitori non Scientologist soppressivi, o ad altri membri della famiglia o gruppi ostili o persino amici intimi. Finché una moglie o un marito, un padre o una madre o un altro legame familiare, che sta tentando di sopprimere il coniuge o il figlio Scientologist, o un gruppo ostile, continua a essere riconosciuto o a comunicare con il coniuge o il figlio o il membro di Scientology, allora quello Scientologist o preclear rientra nel trattamento del familiare o altro, e non potrà ricevere processing o ulteriore addestramento fino a quando non avrà intrapreso le azioni appropriate per cessare di essere una Potenziale Fonte di Guai”.
La soluzione preferita da Hubbard era il dialogo. Il parente o l’amico dovrebbe avvicinare la persona soppressiva e cercare di “riformarla”, convincendola a cessare le attività anti-Scientology. Hubbard esortava che “lo Scientologist farebbe bene a informare pienamente la persona che accusa di Atti Soppressivi della sostanza di questa Policy Letter e a cercare di riformare la persona, disconnettendosi solo quando i suoi onesti sforzi per riformare la persona non hanno incontrato collaborazione o sono falliti. E solo allora disconnettersi pubblicamente”.


Tuttavia, nel sistema istituito dalla lettera del 1965, quando gli sforzi di riforma falliscono, la disconnessione deve essere pubblica. “La disconnessione da un membro della famiglia o la cessazione della relazione con una Persona o un Gruppo Soppressivo, prescriveva la lettera, avviene attraverso la pubblicazione pubblica del fatto da parte della Potenziale Fonte di Guai, come negli avvisi legali di ‘The Auditor’ e negli annunci pubblici, e l’adozione di qualsiasi azione civile richiesta, come il disconoscimento, la separazione o il divorzio, e successivamente l’interruzione di ogni ulteriore comunicazione e la dissociazione dalla persona o dal gruppo”.
Hubbard era sicuramente consapevole della natura radicale di queste disposizioni – sebbene la persona PTS potesse sempre scegliere di rimanere in contatto con il coniuge o parente dichiarato soppressivo e lasciare Scientology – ma sosteneva che erano necessarie per salvare Scientology e, in definitiva, l’umanità stessa.
“Il bene più grande per il maggior numero di dinamiche, spiegava Hubbard, richiede che le azioni distruttive del progresso di molti per mezzo di Scientology, intraprese apertamente o segretamente con l’obiettivo diretto di distruggere Scientology nel suo complesso, o uno Scientologist in particolare, siano gestite in modo drastico, a causa del carattere della mente reattiva e dei conseguenti impulsi dei pazzi o quasi pazzi che tendono a rovinare ogni possibilità che l’Umanità ha tramite Scientology”.
È opportuno fare due precisazioni. La prima è che le politiche più radicali si applicavano solo quando una persona soppressiva cercava di sopprimere o distruggere Scientology. Il caso di una persona soppressiva che danneggiasse un singolo Scientologist, senza progetti generali di distruzione della Chiesa, era trattato in modo diverso.
Secondo una Policy Letter del 19 luglio 1965, “Ci sono casi affrontati dagli Ufficiali di Etica, specialmente in relazione a mariti e mogli, in cui ci possono essere soppressioni di singole persone ma non soppressioni di Scientology. In questi casi un ‘Ordine di Separazione’ per un periodo di tempo specifico è l’azione migliore. Per esempio, Joe S e Mary S sono sottoposti a un Ordine di Separazione per il periodo in cui Joe sta ricevendo il suo processing. Non dovranno avere contatti l’uno con l’altra durante questo periodo da (data) ………. a ……….”.
In questo caso non era in gioco la sicurezza di Scientology, ma solo il benessere individuale del singolo Scientologist. Di conseguenza, una separazione temporanea era considerata sufficiente.


Il secondo chiarimento riguarda le “lettere di disconnessione” che alcune PTS che decidevano di disconnettersi dalle rispettive persone soppressive scrivevano. Queste lettere occupano un posto di rilievo nella letteratura anti-Scientology. Scientology ha ammesso che sono state realmente scritte. Nell’edizione inglese del 1978 del libro “Che cos’è Scientology?”, a pagina 204, si legge: “La disconnessione era l’azione di aiutare le persone a rendersi esterne alle circostanze o alle persone che le sopprimevano. Un tempo (tra il 1966 e il 1968) questo veniva fatto scrivendo formalmente una lettera, il che in alcuni casi provocava seri problemi”.
Tuttavia, scrivere lettere di disconnessione sembrava derivare da iniziative di PTS troppo zelanti, o forse dei loro auditor, ed era contraria alle istruzioni di Hubbard. Per Hubbard “pubblicare” la disconnessione significava inserire un avviso legale in una pubblicazione di Scientology o nella sede legale appropriata in caso di separazione o divorzio. Scrivere lettere non solo non era menzionato, ma era esplicitamente scoraggiato.
Sebbene un breve Bollettino Tecnico del 20 luglio 1966 possa essere anche interpretato come un divieto di scrivere lettere di disconnessione solo fino a quando la persona soppressiva non fosse stata chiaramente identificata, il testo lascia intendere l’avversione di Hubbard per queste lettere in generale. “È stato riferito a Saint Hill [la sede centrale di Scientology nel Regno Unito], affermava il Bollettino, che gli auditor dell’HGC [Hubbard Guidance Center] e gli auditor di Revisione permettono che i loro preclear siano mandati in Etica per scrivere lettere di disconnessione alle persone o gruppi che il preclear ritiene siano stati soppressivi nei suoi confronti […]. Questo non è appropriato”.
Queste prime prescrizioni sulla disconnessione saranno riformate più volte negli anni successivi, come vedremo nel prossimo articolo di questa serie.