La risposta è no. Interpretazioni diverse confondono i tribunali ecclesiastici interni alla Chiesa e il rapporto di Scientology con i tribunali secolari.
di Massimo Introvigne
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Di tanto in tanto sorgono controversie su Scientology, alimentate da ex membri “apostati” e dal cosiddetto movimento anti-sette. Una delle questioni più discusse è l’etica di Scientology. Gli oppositori sostengono che essa protegge gli Scientologist che hanno commesso crimini comuni dall’essere denunciati alla polizia e perseguiti dai tribunali degli Stati, e punisce coloro che hanno lasciato Scientology con un ostracismo crudele e sistematico.
Ho condotto ricerche su questi temi per diversi decenni. La mia prima conclusione è che la maggior parte delle pubblicazioni contro Scientology manca di prospettiva comparativa. Esaminano le politiche di Scientology sulla giustizia ecclesiastica e sugli ex membri come se fossero uniche, mentre in realtà pratiche simili si trovano in molte altre religioni.
Anche la metodologia utilizzata per attaccare l’etica di Scientology è spesso errata. Si cercano “testi di prova” che “dimostrino” le malefatte di Scientology, una fallacia comune negli studi religiosi e contro la quale i professori più esperti mettono costantemente in guardia i loro studenti. Chi usa brevi citazioni selezionate appositamente per criticare una religione corre sempre il rischio di non comprendere la sua dottrina. I critici si concentrano su singole citazioni che dovrebbero sostenere una certa teoria ma, non essendo addestrati all’interpretazione dei testi religiosi, commettono il peccato capitale di leggere queste frasi come se fossero sequenze isolate di parole scritte su un muro, mentre l’interpretazione può essere solo contestuale, considerando non solo l’intero libro da cui il testo proviene ma l’intera letteratura di una data religione. Chi vuole attaccare l’Islam, l’Ebraismo o il Cristianesimo può facilmente trovare versetti nella Bibbia o nel Corano che inneggiano al massacro dei nemici, ma solo un fanatico userebbe frasi isolate per giudicare queste religioni nel loro complesso. Per quanto riguarda i media in cerca di rivelazioni sensazionali su Scientology, spesso si affidano a ex membri apostati o a esponenti anti-sette, che dicono loro quello che vogliono sentire.
Come accade nei casi che riguardano i Testimoni di Geova e altre religioni, c’è una confusione sistematica tra due sistemi completamente diversi: il sistema giudiziario interno di Scientology, in cui i comitati etici ecclesiastici si occupano delle trasgressioni commesse dagli Scientologist, e i tribunali laici degli Stati, ai quali può capitare di processare cittadini che sono Scientologist. Un tribunale ecclesiastico può solo escludere un imputato dalla comunità religiosa, mentre un tribunale statale può mandarlo in prigione. Lo stesso reato può essere esaminato da entrambi i tribunali, ecclesiastico e laico, ma sulla base di criteri diversi, quindi con esiti diversi. Questo accade in tutte le religioni. I tribunali ecclesiastici possono espellere o scomunicare i membri di una religione per reati che un tribunale laico considererebbe minimi o irrilevanti. Al contrario, i tribunali ecclesiastici possono decidere di non espellere o scomunicare i fedeli di una religione per reati per i quali un tribunale laico potrebbe mandarli in prigione, poiché i tribunali religiosi danno un peso diverso a elementi come il pentimento.


Le autorità e i tribunali secolari non hanno il diritto di dire ai tribunali ecclesiastici come devono operare. Ci sono decine di decisioni che ribadiscono questo principio. L’anno scorso, la Corte Suprema del Canada ha dichiarato ancora una volta che non può riesaminare la decisione della Chiesa copta etiope di espellere alcuni dei suoi membri. È una parte fondamentale della libertà religiosa che le religioni siano libere di decidere chi espellere e chi no. La libertà religiosa individuale di coloro che ritengono che le decisioni dei tribunali ecclesiastici siano sbagliate è preservata dal fatto che possono sempre abbandonare la loro religione e aderire a un’altra, o fondarne una nuova. Ma non possono chiedere a un giudice laico di dire alle autorità ecclesiastiche come devono gestire i loro tribunali religiosi, e chi devono tenere all’interno del loro ovile o espellere, poiché i tribunali ecclesiastici funzionano sulla base di principi teologici che non è compito dei tribunali secolari interpretare.
D’altra parte, i governi hanno il diritto di promulgare leggi che impongono che certi crimini siano denunciati in tutti i casi alle autorità, senza distinguere se sono stati commessi da membri di una certa religione o da chiunque altro.
Nel caso di Scientology, si dovrebbe imparare a leggere i suoi testi e a distinguere attentamente quanto riguarda i suoi tribunali ecclesiastici interni e quanto riguarda i rapporti che gli Scientologist stabiliscono con i tribunali esterni degli Stati. Forse ad alcuni giudici secolari può non piacere il modo in cui operano questi tribunali ecclesiastici, ma non hanno il diritto di interferire con loro.
Quello che i governi e i tribunali secolari possono chiedere è che a nessuno che sia stato vittima o sia venuto a conoscenza di un crimine sia impedito di denunciarlo alle autorità dello Stato, e che debba denunciarlo quando richiesto dalle leggi. Scientology è accusata di consigliare ai suoi membri di non denunciare i crimini commessi da correligionari.
A questo proposito è spesso citata una frase contenuta in una Policy Letter dell’HCO (Hubbard Communication Office) del 7 marzo 1965, che tratta delle “persone soppressive”, un concetto su cui tornerò ampiamente in questa serie. Nella Policy Letter si legge che, tra le violazioni che possono portare qualcuno ad essere dichiarato “persona soppressiva”, ci sono “Denunciare o minacciare di denunciare Scientology o gli Scientologist alle autorità civili nel tentativo di sopprimere Scientology o di impedire che gli Scientologist possano praticare o ricevere la tecnologia standard di Scientology”, e “consegnare” uno Scientologist alle autorità secolari, sempre allo scopo di distruggere Scientology. Gli oppositori interpretano questa disposizione come un divieto per gli Scientologist di denunciare alle autorità secolari altri Scientologist colpevoli di crimini.


Sembra un classico caso di lettura di una frase fuori dal suo contesto. È importante notare che le persone soppressive non sono Scientologist (anche se possono essere ex-Scientologist). Sono persone estranee che cercano di distruggere Scientology, tra l’altro denunciando gli Scientologist alle autorità civili “nel tentativo di sopprimere Scientology” o di impedirle di operare. Se qualcuno denuncia uno Scientologist alle autorità civili non con l’intenzione di distruggere Scientology, ma semplicemente perché lo Scientologist ha commesso un reato comune che un buon cittadino dovrebbe denunciare alla polizia, la politica sulle persone soppressive non si applica. È diverso se si accusa qualcuno di aver commesso un reato semplicemente perché si odia Scientology e si vuole distruggere la Chiesa, oppure se l’accusa è motivata dalla ricerca di giustizia per la vittima di un crimine piuttosto che dal desiderio di sopprimere la religione.
In ogni caso, le persone soppressive non sono parrocchiani di Scientology. Sono persone che uno Scientologist è invitato a evitare. Ovviamente Scientology non può controllare il loro comportamento, anche se può valutarlo e farne un elemento che porti alla conclusione che gli Scientologist non dovrebbero frequentare queste persone. Poiché la frase riguarda persone soppressive, e le persone soppressive non sono Scientologist, la citazione non ci dice nulla su come gli Scientologist dovrebbero comportarsi.
D’altra parte, nella stessa lettera leggiamo che “Nulla in questa Policy Letter potrà mai e in nessuna circostanza giustificare una violazione delle leggi dello Stato”. Questo ovviamente significa che il fatto che un non Scientologist che denunci uno Scientologist alle autorità civili con lo scopo specifico di distruggere Scientology diventi una persona soppressiva non potrà essere usato per impedire a uno Scientologist di denunciare un crimine commesso da un altro Scientologist quando la legge richiede tale denuncia. Questa sarebbe infatti una “violazione delle leggi dello Stato”.
“I Codici di Giustizia di Scientology e le loro applicazioni”, a volte indicato come “Il Libro dell’Etica”, si basa su questo testo del 1965 e anche su un’altra Policy Letter dell’HCO del 9 luglio 1980, ed espone chiaramente la distinzione tra l’essere processati da un tribunale ecclesiastico, che può imporre sanzioni come la perdita del proprio status in Scientology o l’espulsione, e l’essere processati da un tribunale laico. I testi dicono chiaramente che uno Scientologist “che ruba al suo datore di lavoro” va giustamente in prigione, e Scientology non lo proteggerà dall’andare in prigione. Ma Scientology può esaminare il caso in modo diverso dai tribunali secolari e applicare standard tipicamente religiosi nel decidere se questa persona, oltre ad andare in prigione, debba anche essere espulsa da Scientology.


Questi testi di Scientology suonano a volte come dischi rotti, tanto ripetono sistematicamente che nulla di quello che vi è scritto deve essere interpretato come un incitamento agli Scientologist a violare le leggi dello Stato.
I testi di Scientology, se correttamente interpretati, non suggeriscono che i crimini commessi da uno Scientologist non debbano essere denunciati alle autorità secolari da un altro Scientologist quando la denuncia è richiesta dalla legge, e affermano insistentemente che gli Scientologist devono rispettare la legge dello Stato in ogni circostanza. Questo significa che se la legge prevede che un crimine debba essere denunciato alla polizia, agli Scientologist è insegnato che deve essere denunciato alla polizia.
Gli oppositori potrebbero obiettare che ci sono stati casi in cui gli Scientologist sono venuti a conoscenza di crimini commessi da correligionari e non li hanno denunciati alla polizia. Anche se fosse vero, questo non proverebbe che stessero applicando insegnamenti di Scientology. In tutte le religioni può accadere che fedeli troppo zelanti interpretino in modo errato le prescrizioni nel tentativo di proteggere la loro istituzione. Ci sono esempi eclatanti in molte religioni. Ma il fatto che ci siano membri che non rispettano i comandamenti di una religione non cambia il contenuto dei comandamenti.