Nessuna delle politiche di etica della Chiesa di Scientology può essere considerata contraria alle leggi di un Paese democratico.
di Massimo Introvigne
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Questa serie ha esaminato tre aspetti cruciali dell’etica di Scientology: la distinzione tra i suoi tribunali ecclesiastici interni e il suo rapporto con la giustizia degli Stati; la pratica del “fair game”; e la politica che chiede agli Scientologist di “disconnettersi” da quei non-Scientologist che sono stati dichiarati “persone soppressive”.
In conclusione, vorrei sostenere che nulla in queste tre serie di pratiche può essere considerato illegale secondo le leggi di qualsiasi Paese democratico che rispetti il principio della libertà di religione o di credo. Quello che può essere illegale è il comportamento di singoli Scientologist che violano le leggi dei loro Paesi. Tuttavia, non lo fanno applicando quanto è stato loro insegnato da Scientology, ma al contrario tradendolo o interpretandolo in modo sbagliato. La Chiesa di Scientology è un gruppo numeroso, e nessuna organizzazione umana è composta solo da santi. Come accade in tutte le altre religioni, ci sono persone che non rispettano gli insegnamenti ufficiali e commettono crimini. Di questi crimini, tuttavia, le religioni non possono essere considerate responsabili.
In un Paese democratico, lo Stato o i tribunali laici non hanno il diritto di interferire con il sistema giudiziario interno di una religione, sia esso il diritto canonico cattolico o il sistema etico di Scientology. L’interferenza è proibita dai principi internazionali sulla libertà di religione o di credo, come hanno costantemente affermato i tribunali di diversi Paesi. La libertà religiosa dei parrocchiani di Scientology che non apprezzano il modo di operare del sistema di etica nella loro religione non è violata, in quanto rimangono liberi di lasciare Scientology, di aderire a un’altra religione o di fondare una nuova Chiesa.
Per quanto riguarda i rapporti tra gli Scientologist e i tribunali dello Stato, ci sono testi di Hubbard che criticano quei non-Scientologist che denunciano alle autorità degli Scientologist con il subdolo scopo di distruggere Scientology. Essi sono inclusi tra le “persone soppressive”. Quello che questi testi non dicono, tuttavia, è che gli Scientologist non dovrebbero denunciare alle autorità dello Stato i crimini commessi da correligionari quando tali denunce sono richieste dalla legge. Hubbard è sempre stato attento a inserire in tutti i suoi testi sull’etica l’avvertenza che le leggi dello Stato devono sempre essere rispettate. Anche qui, se alcuni Scientologist non hanno rispettato le leggi sulla denuncia obbligatoria dei crimini, lo hanno fatto violando gli insegnamenti della loro Chiesa.
La politica del “fair game” fu introdotta da Hubbard nel 1965 e cancellata nel 1968. I critici continuano a definire “fair game” qualsiasi attività di Scientology in risposta alle loro manifestazioni di ostilità e molestie, perché “fair game” suggerisce immediatamente qualcosa di sinistro e illegale. Tuttavia, non solo la politica non è più stata in vigore in Scientology negli ultimi 54 anni, ma nella sua formulazione del 1965 affermava che coloro che avevano cercato di distruggere Scientology ed erano stati maltrattati dagli Scientologist come ritorsione non potevano trovare riparazione presso i comitati etici interni di Scientology. Non prevedeva che eventuali azioni illegali non dovessero essere punite dai tribunali degli Stati, e tutti i documenti di Scientology che menzionavano il fair game insistevano sul fatto che gli Scientologist dovevano rispettare le leggi dello Stato in tutti i casi.
I non Scientologist (che possono essere ex Scientologist) che cercano di distruggere Scientology sono dichiarati “persone soppressive”. Gli Scientologist che continuano a frequentare amici e parenti che sono stati dichiarati “persone soppressive” sono chiamati “potenziali fonti di guai”. Dopo un processo in cui la politica è stata introdotta, annullata e poi introdotta di nuovo, Hubbard ha concluso che Scientology non poteva funzionare correttamente se le potenziali fonti di guai continuavano a essere in contatto e influenzate dalle persone soppressive. La politica di disconnessione prevede che gli Scientologist debbano “disconnettersi”, cioè cessare di frequentare i loro amici o parenti che sono stati identificati come persone soppressive.
È illegale? Fortunatamente esiste un vasto corpus di decisioni giudiziarie in diverse giurisdizioni, tra cui le Corti Supreme statunitense e canadese, e tribunali in Italia, Belgio, Germania e altri Paesi su una politica simile ma non identica, il cosiddetto shunning o ostracismo praticato dai Testimoni di Geova. Questi ultimi insegnano che i fedeli devono cessare qualsiasi associazione con coloro che sono stati disassociati o hanno formalmente lasciato i Testimoni di Geova, con la sola eccezione dei parenti conviventi. Questa politica ha una portata più ampia della disconnessione in Scientology. I Testimoni di Geova dovrebbero interrompere la loro associazione con tutti coloro che hanno formalmente lasciato la fede (al contrario di chi è semplicemente diventato inattivo) o sono stati disassociati, il che avviene a causa di gravi trasgressioni, anche se questi ex-membri non mostrano una particolare ostilità verso la loro ex religione. Gli Scientologist sono invitati a disconnettersi solo da coloro che sono stati dichiarati soppressivi, cioè da coloro che sono ostili in modo militante a Scientology e “cercano di distruggerla”.
Data la portata più ampia della politica di shunning tra i Testimoni di Geova, le decisioni legali che dichiarano che tale politica non è illegale ed è protetta dal principio della libertà di religione sono precedenti rilevanti anche per la disconnessione praticata da Scientology. La portata delle due politiche è diversa, ma la logica che porta a proteggerle è la stessa.
Fondamentalmente, i tribunali che hanno dichiarato la politica di ostracismo dei Testimoni di Geova non illegale si sono basati su tre argomenti. In primo luogo, lo shunning è una pratica religiosa basata su principi teologici che i Testimoni di Geova considerano essenziali. La libertà di religione o di credo impedisce ai tribunali laici di giudicare o reinterpretare la teologia dei Testimoni di Geova, o di interferire con le loro pratiche religiose.
In secondo luogo, coloro che sono stati disassociati o sottoposti allo shunning spesso lamentano presso i tribunali degli Stati che la loro libertà religiosa di continuare a far parte dei Testimoni di Geova e frequentarli è stata violata. I tribunali hanno sempre risposto che non esiste il diritto di far parte di un’organizzazione religiosa di cui non si condividono più le dottrine. La libertà religiosa dei membri disassociati non è negata, poiché nulla impedisce loro di aderire o fondare una religione separata con pratiche diverse.
In terzo luogo, i tribunali hanno osservato che non hanno il potere di obbligare i cittadini a frequentare determinate persone che non vogliono più vedere. Gli ex coniugi e i loro amici o parenti più stretti spesso praticano un ostracismo verso i loro ex mariti o mogli. I tribunali non possono obbligarli a comportarsi diversamente, né i giudici dello Stato possono obbligare i Testimoni di Geova a continuare a frequentare parenti o amici che hanno lasciato la fede.
Ovviamente, tutte e tre le argomentazioni si applicano anche alla disconnessione praticata dalla Chiesa di Scientology. L’affermazione di Hubbard, secondo cui i cittadini di un paese libero hanno sia il diritto di comunicare sia di non comunicare, è stata confermata in decine di cause giudiziarie a proposito della politica di ostracismo dei Testimoni di Geova.