Nel 2004 è emerso un nuovo gruppo nazista. È stato prontamente denunciato dalla Russia. Ma era stato creato da agenti del Cremlino.
di Massimo Introvigne
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C’è una guerra di propaganda intorno al neonazismo in Ucraina, ed è una guerra in cui i servizi segreti svolgono i loro soliti ruoli. Non molti fuori dell’Ucraina conoscono la storia di Eduard Kovalenko, ma è una perfetta illustrazione di come la disinformazione russa lavora su questo tema.
Eduard Vladimirovich Kovalenko è nato nel 1965 a Henichesk, una città portuale nell’Oblast di Kherson, nell’Ucraina meridionale. Si presenta come “imprenditore” e presidente del partito politico Assemblea Social-Patriottica degli Slavi (SPAS), che esiste soprattutto online (e ha ancora un sito web: in russo).
Nel secondo turno delle elezioni presidenziali ucraine del 2004, il candidato filorusso Viktor Yanukovych, che allora era il primo ministro del Paese, è stato dichiarato vincitore. I risultati elettorali sono stati respinti da diversi governi stranieri e organizzazioni internazionali, che li hanno considerati inattendibili e il risultato di brogli. Molti ucraini sono scesi in piazza in quella che è stata chiamata la Rivoluzione arancione. Alla fine, la Corte Suprema ha annullato le elezioni e, quando sono state ripetute, Yanukovych le ha perse contro il candidato dell’opposizione Viktor Yushchenko e ha dovuto dimettersi anche da primo ministro.
La Rivoluzione arancione del 2004 non deve essere confusa con le proteste di Euromaidan del 2014, che hanno portato alla rimozione di Yanukovych dalla presidenza che aveva ottenuto nel 2010, anche se gli eventi del 2004 e del 2014 sono stati entrambi ispirati da sentimenti pro-europei e dalla diffidenza verso la Russia.
Come di consueto, la Russia ha presentato questa diffidenza come un segno di “nazismo”. L’idea che il “nazismo” fosse una forza preponderante nella politica ucraina diventerà un tema chiave della propaganda a sostegno delle invasioni russe del 2014 e del 2022, ma aveva già un ruolo nella critica della Rivoluzione arancione del 2004, come evidenziato dal caso Kovalenko.
Al contrario dello pseudo-partito di Kovalenko, come menzionato nel nostro precedente articolo, l’Assemblea Nazionale Ucraina (UNA) era una vera organizzazione di destra, anche se non ha mai raggiunto grandi dimensioni. Durante i giorni di tensione del confronto del 2004 tra Yanukovych e Yushchenko, i media ucraini e internazionali hanno iniziato a ricevere comunicati stampa pro-Yushchenko firmati da Kovalenko come “presidente dell’Assemblea Nazionale Ucraina (UNA)”.
Che cosa fosse questa organizzazione non era immediatamente chiaro. Andriy Shkil, allora leader della “vera” UNA, si affrettò a dichiarare di non aver mai sentito nominare Kovalenko. Secondo Anton Shekhovtsov, un importante studioso dei movimenti di estrema destra in Ucraina e Russia, Kovalenko “dichiarò che lui e il suo partito avrebbero tenuto una marcia a sostegno di Yushchenko come candidato presidenziale.
L’ufficio di Yushchenko rispose immediatamente che non aveva bisogno di quel sostegno, e fece del suo meglio per prendere le distanze dalla sordida iniziativa di Kovalenko. Eppure, l’ufficio di Yushchenko non poteva ostacolare quella marcia e, il 26 giugno 2004, Kovalenko marciò”. “Alla riunione che si tenne dopo la marcia, Kovalenko dichiarò: ‘Noi, come partito nazionalista di destra, sosteniamo l’unico candidato delle forze di destra: Viktor Yushchenko. Una sola Ucraina, una sola nazione, un solo popolo, un solo Presidente!’ E si esibì in un saluto a Hitler”.
Shekhovtsov ha concluso che “il compito di Kovalenko era semplice: dando sostegno a Yushchenko sotto le bandiere naziste, ci si aspettava che screditasse il candidato democratico agli occhi degli osservatori occidentali. Fortunatamente per Yushchenko, tuttavia, i media occidentali in gran parte non hanno creduto a questa montatura e l’hanno ignorata. Ma alcune organizzazioni occidentali ci sono cascate”. Infatti, alcuni gruppi occidentali “antifascisti” hanno preso per buona la propaganda russa, e per anni l’hanno usata come prova che la Rivoluzione arancione era stata sostenuta, se non organizzata, dai “nazisti”.
Secondo Shekhovtsov, Kovalenko aveva agito su istruzioni di Viktor Medvedchuk, all’epoca capo dell’amministrazione presidenziale del presidente ucraino Leonid Kučma. Medvedchuk è un amico così stretto di Putin che il presidente russo è il padrino di sua figlia. Altre fonti sostengono che Kovalenko riceveva le sue istruzioni direttamente dai servizi segreti russi.
Che Kovalenko fosse un agente russo è stato confermato dalla Russia nel dicembre 2019 quando, dopo un incontro tra Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, è stato organizzato uno scambio di prigionieri tra l’Ucraina e le pseudo-repubbliche di Donetsk e Lugansk, che di fatto agivano come mandatarie della Russia. Nella lista dei prigionieri che volevano liberare, i russi hanno incluso Kovalenko, che era stato condannato nel 2017 a una pena di cinque anni di carcere.
Come spiegato dal popolare giornalista ucraino Denis Kazanskyi, la Russia ha così rivendicato la sua “brillante” mossa di intelligence. “I russi assumono un tizio in Ucraina per marciare sotto striscioni delle SS, fare saluti ‘Sieg Heil’ e fomentare l’odio interetnico, e poi lo denunciano e gridano ‘Guardate, il nazismo ucraino!’ E ora dicono: ‘Bene, OK, è andata così, questo era un nostro uomo e ce lo riprendiamo’”.
Ma perché Kovalenko era in prigione? Dopo essersi presentato come nazista ucraino nel 2004, quando è scoppiata la guerra nel Donbass nel 2014, è riemerso come “pacifista” incitando gli ucraini a rifiutare di essere arruolati nell’esercito e a combattere contro i separatisti filorussi. Aveva anche cercato, ovviamente seguendo le istruzioni dei suoi padroni russi, di eccitare sentimenti separatisti tra la minoranza di lingua bulgara in Ucraina.
A proposito, Kovalenko non è rimasto tranquillo dopo che è stato liberato nell’ambito dell’accordo di scambio tra prigionieri del 2019. Nel 2021, è stato catturato a Kherson da agenti dell’intelligence ucraina che lo hanno arrestato di nuovo come agente russo.
Il caso Kovalenko può apparire come un incidente minore. Ma è importante mostrare che a volte (non sempre, certo) i “nazisti” ucraini sono in realtà agenti provocatori russi, che fingono di sostenere la causa ucraina solo per essere ripresi con i loro simboli nazisti dai media russi e usati come “prova” che coloro che si oppongono alla Russia in Ucraina sono nazisti. Un aspetto che è bene tenere a mente nella guerra attuale.