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Pretesti per un’invasione. Il mito dei “colpi di stato americani” in Ucraina. 2. Cosa è successo nel 2014

04/16/2022Massimo Introvigne |

Nel 2014, le proteste contro la politica del presidente Yanukovych che aveva rinnegato il suo programma elettorale sono degenerate in violenza e morte.

di Massimo Introvigne

Articolo 2 di 4. Leggi l’articolo 1.

Read the original article in English.

The first anti-Yanukovych protests in 2013.
Le prime proteste anti-Yanukovych nel 2013. Crediti.

La rivoluzione arancione, di cui ho parlato nell’articolo precedente, non è stata la fine della carriera politica di Viktor Yanukovych, il politico la cui elezione presidenziale è stata annullata dalla Corte Suprema nel 2004 per i brogli elettorali. Mentre subito dopo la sconfitta del dicembre 2004 Yanukovych ha firmato un accordo di cooperazione con il partito di Putin, Russia Unita, negli anni successivi si è riposizionato come un “moderato” che cercava di mantenere buone relazioni sia con la Russia sia con l’Occidente.

Come i documenti emersi nel processo americano al lobbista, e direttore per un certo periodo di tempo della campagna presidenziale di Trump, Paul Manafort, hanno definitivamente dimostrato, Yanukovych è stato aiutato a reinventarsi da consulenti e lobbisti americani, sia democratici sia repubblicani. Yanukovych si è nuovamente candidato alla presidenza nel 2010, con una piattaforma che includeva la promozione della richiesta ucraina di entrare a far parte dell’Unione Europea. Ha vinto le elezioni ottenendo al secondo turno il 48,95% dei voti contro il 45,47% della sua avversaria Julia Tymošenko.

Anche se alcune denunce di frode sono state sollevate dalla Tymošenko, le organizzazioni internazionali che avevano inviato osservatori, tra cui l’OSCE e l’Unione Europea, hanno certificato le elezioni del 2010 come valide. Nel 2010 Yanukovych era dunque diventato il presidente legittimamente eletto dell’Ucraina.

Dopo la sua elezione, tuttavia, Yanukovych ha fatto pochi passi avanti nei negoziati per entrare nell’Unione Europea. In compenso, il suo governo è diventato sempre più repressivo. Gli oppositori, tra cui Tymošenko nel 2011, sono stati arrestati con accuse di corruzione che molti considerano inventate.

Il 21 novembre 2013, Yanukovych ha annunciato bruscamente che non avrebbe firmato l’accordo di associazione con l’Unione Europea che era stato concordato, e avrebbe piuttosto stipulato un trattato di cooperazione economica con la Russia. Si trattava di un completo voltafaccia rispetto al programma che aveva presentato agli elettori. Tuttavia, la questione dell’Unione Europea non è stata l’unica ragione che ha portato gli studenti in piazza Maidan a Kiev lo stesso giorno, il 21 novembre, a protestare. Il voltafaccia europeo si è aggiunto ad anni di politiche repressive e ad accuse secondo cui non vi erano ormai più limiti alla corruzione.

Uno degli atteggiamenti di Yanukovych che aveva irritato molti ucraini era stata la sua negazione dell’Holodomor, una parte fondamentale della memoria storica ucraina. Nel 1932-33, Stalin organizzò una carestia artificiale in una vasta area dell’Ucraina, con le truppe sovietiche che impedivano agli ucraini di spostarsi altrove. Nelle intenzioni di Stalin, la carestia doveva sterminare i piccoli proprietari terrieri ucraini, la spina dorsale dell’opposizione antisovietica. L’Holodomor, l’olocausto ucraino per fame, uccise almeno 3,5 milioni di ucraini, ed è ora ampiamente, anche se non unanimemente, riconosciuto come un genocidio.

Nella Russia di Putin oggi si nega che Stalin sia stato responsabile dell’Holodomor, e l’evento è derubricato a carestia naturale. Yanukovych ha cercato di eliminare le commemorazioni dell’Holodomor in Ucraina, e ha affermato che “incolpare uno dei nostri vicini [la Russia] è ingiusto”. Quando il primo ministro canadese Stephen Harper durante la sua visita in Ucraina è andato al memoriale del genocidio di Kiev a rendere omaggio alle vittime dell’Holodomor, molte delle quali erano antenati di ucraini canadesi, Yanukovych ha rifiutato di partecipare, e ha detto ad Harper che non c’era stato alcun genocidio. Come alcuni studiosi hanno notato, molti non ucraini non hanno compreso l’enormità dell’affermazione di Yanukovych. È come se un presidente di Israele negasse pubblicamente l’Olocausto.

Quella che era iniziata in piazza Maidan come una piccola e pacifica protesta da parte per lo più di studenti è degenerata in violenza ed è diventata una rivoluzione, che è stata chiamata Euromaidan o la Rivoluzione della Dignità. A cambiare il corso degli eventi è stata la brutale repressione degli studenti da parte della polizia il 29 novembre. Decine di studenti sono stati massacrati di botte. Molti di quelli che sono andati in piazza Maidan dopo il 29 novembre probabilmente non avrebbero protestato per l’Unione Europea, ma sono scesi in piazza per denunciare la brutalità della polizia, che consideravano come una prova della deriva autoritaria del governo di Yanukovych.

Manifestanti in piazza Maidan all’inizio di dicembre 2013.
Manifestanti in piazza Maidan all’inizio di dicembre 2013. Crediti.

Il numero dei manifestanti a Kiev, inizialmente poche migliaia, è salito a 400.000 secondo le stime più conservatrici o a 800.000 secondo le più generose. Una differenza con il Maidan del 2004 è che “Maidan locali” scoppiarono anche a Leopoli e in altre città, rendendo nazionale il movimento che chiedeva le dimissioni di Yanukovych. E un punto in comune con il 2014 sono state le manifestazioni pro-Yanukovych nel Donbass e in Crimea, che questa volta sono andate sotto il nome di “primavera russa”.

Quella che si è gradualmente intensificata in piazza Maidan e dintorni è stata anche la violenza. Alla fine delle manifestazioni, ci sono state 108 vittime tra i manifestanti e 13 tra gli agenti di sicurezza. La maggior parte delle vittime sono state uccise da cecchini.

La Croce Rossa ucraina assiste un manifestante ferito.
La Croce Rossa ucraina assiste un manifestante ferito. Crediti.

Chi erano questi cecchini? Diverse personalità ucraine hanno incolpato agenti russi. La teoria principale, condivisa dalla maggior parte degli studiosi che hanno scritto sull’Euromaidan, è che i cecchini facevano parte dei servizi di sicurezza ucraini (SBU) ed erano stati inviati da Yanukovych. I media russi e filorussi hanno lanciato, e hanno mantenuto fino ad oggi, la teoria che i cecchini erano in realtà parte del movimento di protesta, e l’opposizione aveva chiesto loro di uccidere alcuni manifestanti per costringere Yanukovych a dimettersi.

La principale “prova” di questa teoria che il campo russo ha offerto è una telefonata tra la responsabile degli affari esteri dell’UE Catherine Ashton e il ministro degli esteri estone Urmas Paet, intercettata, postata su YouTube e propagata sul web dall’organo di propaganda russo “Russia Today”. Nella telefonata, Paet riferisce ad Ashton che durante una visita a Kiev gli era stato detto da un medico di nome Olga, identificato da “Russia Today” come il popolare “medico di Maidan” Olga Bohomolets, che i manifestanti e gli agenti di polizia erano stati uccisi dagli stessi proiettili, suggerendo che dietro i cecchini ci fosse la coalizione anti-Yanukovych.

Paet ha confermato ai media che la conversazione era reale, ma ha detto che stava esprimendo “preoccupazioni” piuttosto che arrivare a conclusioni. Cosa ancora più importante, Bohomolets ha affermato che aveva curato solo manifestanti, e Paet aveva interpretato male quello che gli aveva detto. Pochi tra coloro che continuano a citare la conversazione Paet-Bohomolets considerano che il fatto che gli stessi proiettili abbiano ucciso agenti di polizia e manifestanti, anche se fosse vero, non proverebbe che i cecchini stessero lavorando contro Yanukovych. Anche gli agenti russi avrebbero potuto avere un interesse a creare il caos.

Olga Bohomolets.
Olga Bohomolets. Crediti.

Un’altra questione controversa riguarda il ruolo dell’estrema destra nell’Euromaidan. Ho discusso questo punto in una serie di articoli sul neonazismo in Ucraina, a cui prego i miei lettori di fare riferimento. In breve, c’erano estremisti di destra e persino alcuni neonazisti tra i manifestanti di Euromaidan, ma erano poche migliaia in un movimento nazionale in cui almeno un milione di persone sono scese in piazza.

Euromaidan è finita quando Yanukovych ha capito che il Parlamento avrebbe agito contro di lui. Il 21 febbraio 2014 ha firmato un accordo con i leader dell’opposizione, dopo una mediazione dell’Unione Europea, che prevedeva nuove elezioni presidenziali entro il 2014 e la formazione di un governo provvisorio che le organizzasse. Tuttavia, nella notte tra il 21 e il 22 febbraio Yanukovych è fuggito a Karkhiv e poi in Russia. In seguito, ha affermato che era partito solo per “una visita”, ma l’affermazione non è credibile, considerando che prima di lasciare Kiev ha distrutto migliaia di documenti personali e i suoi principali aiutanti sono fuggiti con lui.

L’affermazione che Yanukovych fu costretto a lasciare Kiev perché i manifestanti avevano preso d’assalto l’ufficio presidenziale e la sua residenza è anch’essa falsa. Lo stesso Vladimir Putin ha dichiarato in una conferenza stampa che questi eventi sono accaduti “dopo” che Yanukovych aveva lasciato Kiev per andare a Karkhiv (e poi in Russia).

Il 22 febbraio, il Parlamento ucraino ha votato con una maggioranza del 73%, che includeva membri dello stesso partito di Yanukovych, per “rimuoverlo” dalla presidenza. Putin ha definito questo un “colpo di stato” orchestrato dagli Stati Uniti. Come vedremo nel prossimo articolo di questa serie, si trattava di semplice propaganda.

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Massimo Introvigne
Massimo Introvigne

Massimo Introvigne (born June 14, 1955 in Rome) is an Italian sociologist of religions. He is the founder and managing director of the Center for Studies on New Religions (CESNUR), an international network of scholars who study new religious movements. Introvigne is the author of some 70 books and more than 100 articles in the field of sociology of religion. He was the main author of the Enciclopedia delle religioni in Italia (Encyclopedia of Religions in Italy). He is a member of the editorial board for the Interdisciplinary Journal of Research on Religion and of the executive board of University of California Press’ Nova Religio.  From January 5 to December 31, 2011, he has served as the “Representative on combating racism, xenophobia and discrimination, with a special focus on discrimination against Christians and members of other religions” of the Organization for Security and Co-operation in Europe (OSCE). From 2012 to 2015 he served as chairperson of the Observatory of Religious Liberty, instituted by the Italian Ministry of Foreign Affairs in order to monitor problems of religious liberty on a worldwide scale.

www.cesnur.org/

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