La Russia e i suoi fan presentano la guerra del 2022 come una conseguenza dei “golpe” del 2004 e 2014. Ma non ci sono stati colpi di stato.
di Massimo Introvigne
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Uno degli argomenti più popolari della propaganda russa, che purtroppo è preso per buono da un certo numero di occidentali manipolati o creduloni, è che tutto quello che è successo in Ucraina dal 2014, compresa l’invasione del 2022, deriva dai “colpi di stato” del 2004 e del 2014, con i quali gli Stati Uniti avrebbero orchestrato, per due volte, la cacciata del presidente filorusso Viktor Yanukovych, che era stato legittimamente eletto.
Questo argomento è falso. Non esiste nessun colpo di stato. Lo spiegherò nel dettaglio in una serie di quattro articoli, che discuteranno anche altri miti sull’Ucraina.
In realtà, le affermazioni che gli Stati Uniti hanno organizzato “colpi di stato” in Ucraina partono dalla prima rivolta di Piazza Maidan del 2004. La rivolta del 2004 e quella del 2014 sono diverse, anche se entrambe erano dirette contro lo stesso politico filorusso, Yanukovych. Per distinguere le due rivolte di Maidan, la seconda è generalmente chiamata Euromaidan, e la prima è chiamata rivoluzione arancione.
Il 21 novembre 2004, il secondo turno delle elezioni presidenziali in Ucraina ha contrapposto il primo ministro Viktor Yanukovych al leader dell’opposizione Viktor Yushchenko. Yanukovych aveva la reputazione di essere filorusso, e certamente la Russia preferiva una sua vittoria, ma la Russia non era l’unico tema della campagna elettorale. Dopo che la maggior parte dei media aveva iniziato a commentare la vittoria di Yushchenko sulla base degli exit poll e delle proiezioni, sorprendentemente la Commissione Elettorale Centrale ha annunciato che Yanukovych aveva vinto. Putin si è immediatamente congratulato con Yanukovych per la sua “elezione”.


Su invito del governo ucraino, di cui Yanukovych era primo ministro, l’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) aveva inviato più di 500 osservatori per controllare le elezioni. Ho lavorato io stesso all’OSCE, e considero ridicolo qualsiasi tentativo di dipingerla come una marionetta degli Stati Uniti. La Russia, la Bielorussia e le repubbliche filorusse dell’Asia centrale sono tutti Stati partecipanti all’OSCE, e gli osservatori del 2004 provenivano da 46 Paesi diversi.
Gli osservatori dell’OSCE si sono rifiutati di certificare la correttezza del ballottaggio del 21 novembre e hanno concluso che c’erano stati massicci brogli elettorali. Per esempio, in uno dei distretti del Donbass, un’area fortemente pro-Yanukovych, l’affluenza sarebbe stata del 127%. Un’affluenza alle urne che si avvicina al 100% è già sospetta in qualunque Paese, ma il 127% è un record mondiale e una chiara prova di frode.
Per protestare contro i brogli elettorali, molti ucraini sono scesi in piazza in quella che è stata chiamata la rivoluzione arancione. Sicuramente anche a causa di queste proteste, il Parlamento ucraino il 1° dicembre ha approvato una risoluzione contro Yanukovych.
L’opposizione aveva anche presentato una petizione alla Corte Suprema, che il 3 dicembre 2004 ha stabilito che c’erano prove concrete di brogli elettorali, ma ha dichiarato di non essere in grado di proclamare Yushchenko vincitore. Invece, la Corte Suprema ha ordinato una ripetizione del secondo turno delle votazioni, invitando nuovamente gli osservatori dell’OSCE. Il nuovo secondo turno elettorale ha avuto luogo il 26 dicembre. È stato certificato dall’OSCE come corretto, e ha dato a Yushchenko il 51,99% dei voti contro il 44,20% di Yanukovych. Questi risultati erano simili alle proiezioni dei media del 21 novembre.
Yanukovych ha sostenuto che queste proiezioni derivavano da pregiudizi dei media contro di lui. È possibile, ma l’OSCE non si è basata sulla discrepanza tra le proiezioni dei media e i risultati per dichiarare le elezioni del 21 novembre fraudolente. Si è basata su quello che i suoi osservatori hanno visto.


C’è stato un primo colpo di stato contro Yanukovych nel 2004? La risposta è no. Come accade negli Stati Uniti e nella maggior parte degli altri Paesi democratici, la Corte Suprema dell’Ucraina aveva il potere di decidere sulla validità delle elezioni, e decise che il ballottaggio doveva essere ripetuto a causa dei brogli perpetrati il 21 novembre.
La rivoluzione arancione è stata organizzata dagli Stati Uniti? Anche qui la risposta è no. Le proteste contro i brogli elettorali sono state spontanee e diffuse. Il fatto che gli Stati Uniti e l’Unione Europea abbiano rifiutato di riconoscere Yanukovych come presidente eletto può aver incoraggiato i manifestanti e anche il Parlamento e la Corte Suprema, ma non ha creato le loro proteste e decisioni.
Raramente menzionato è anche il ruolo russo nel sostenere le proteste pro-Yanukovych nel Donbass e in Crimea, le sue roccaforti elettorali, dove le richieste di separatismo hanno cominciato a farsi sentire. I sostenitori di Yanukovych di queste regioni sono andati a Kiev per opporsi alla rivoluzione arancione, ma sono stati travolti dai manifestanti anti-Yanukovych, che sono stati valutati in un milione.
La rivoluzione arancione in Ucraina è stata studiata come il modello delle “rivoluzioni colorate”, anche se è stata preceduta dalla “rivoluzione delle rose” in Georgia nel 2003, e c’erano stati precedenti anche in Slovacchia e Serbia. Sia la Russia sia la Cina hanno dipinto le “rivoluzioni colorate” come complotti americani per rovesciare governi filorussi o filocinesi. Hanno trovato sostegno per le loro critiche alle “rivoluzioni colorate” in libri e articoli di giornalisti occidentali. Anche la Russia ha cercato di adottare la stessa strategia. Le proteste in Crimea e Donbass nel 2014, la cosiddetta “primavera russa” su cui torneremo in un altro articolo di questa serie, sono state descritte come una “rivoluzione colorata” alimentata dalla Russia.


Ci sono ormai seri studi accademici sulle rivoluzioni colorate. Pur considerando le influenze straniere – sia da parte dell’Occidente sia della Russia (e della Cina, quando le rivoluzioni colorate sono scoppiate in Asia centrale) – questi studi hanno ricostruito le rivoluzioni colorate come derivanti principalmente da aspettative di democrazia che sono state deluse da governi che hanno fatto ampio ricorso alla corruzione e ai brogli elettorali. Ben poche rivoluzioni nella storia sono avvenute senza il sostegno di certi Paesi stranieri – e l’ostilità di altri. L’elemento specifico delle rivoluzioni colorate non è il sostegno americano e l’ostilità russo-cinese. È il loro essere radicate in una specifica situazione post-guerra fredda, in Paesi dove la democrazia è stata promessa ma non realizzata.
Le rivoluzioni colorate sono avvenute tipicamente in contesti semi-autoritari, e allo stesso tempo semi-democratici, che hanno permesso un limitato ma reale sviluppo di una società civile indipendente, comprese ONG e un’università e una stampa relativamente libere. Chiaramente, ci sono state differenze tra le rivoluzioni colorate nei diversi Paesi. Tipicamente, nel caso della rivoluzione arancione ucraina del 2004, la società civile delle grandi città è scesa in piazza per protestare contro i brogli in elezioni che non erano state condotte secondo gli standard democratici. Il sostegno occidentale, unito all’ostilità russa, ha dato impulso alla rivoluzione colorata ucraina: ma non l’ha creata.