Il fondatore di Scientology ha dedicato molta attenzione all’estetica. I suoi testi sul tema rimangono però poco noti.
di Massimo Introvigne
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L’estetica e le relazioni con gli artisti figurativi non sono i primi temi che vengono in mente a chi si occupa di Scientology. Tuttavia, si trattava di argomenti che il fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard (1911-1986), considerava molto importanti, e i suoi scritti sul tema gettano una luce su molti altri aspetti del suo pensiero. In questa serie di articoli, cercherò di esaminarli in modo approfondito, esaminando poi come le idee di Hubbard ispirino artisti figurativi contemporanei che fanno parte di Scientology.
Dianetics e Scientology rappresentano due fasi distinte del pensiero di Hubbard. Dianetics si occupa della mente e studia il modo in cui riceve e conserva le immagini. Scientology si concentra sull’entità che guarda le immagini memorizzate nella mente. Secondo Scientology la mente è composta da tre parti principali. La mente analitica osserva e ricorda i dati, memorizza le relative immagini sotto la forma di immagini mentali e le usa per prendere decisioni e favorire la sopravvivenza. La mente reattiva registra le immagini mentali in momenti di episodi che contengono incoscienza e dolore, e memorizza queste immagini come “engram”. Esse vengono risvegliate e riattivate quando si verificano circostanze simili, creando ogni sorta di problemi. La mente somatica, diretta dalla mente analitica o reattiva, traduce i loro input e messaggi a livello fisico. Dianetics mira a liberare gli esseri umani dagli engram, aiutandoli così a raggiungere lo stato di “Clear”.
Dianetics, tuttavia, lascia aperta la questione di chi, esattamente, sia il soggetto che osserva continuamente le immagini memorizzate nella mente. Per rispondere a questa domanda, Hubbard ha introdotto Scientology e si è spostato dalla psicologia alla metafisica. Al centro della visione del mondo di Scientology c’è una narrazione gnostica. All’inizio, c’erano i “thetan”, spiriti puri che hanno creato il MEST (materia, energia, spazio e tempo), in gran parte per il loro piacere. Purtroppo, incarnandosi e reincarnandosi nei corpi umani, i thetan sono arrivati a dimenticare di aver creato il mondo, e a credere di essere l’effetto piuttosto che la causa dell’universo fisico. Il loro livello di “theta”, cioè dell’energia creativa propria della vita che agisce sull’universo fisico e che è diretta alla sopravvivenza (il nome deriva dalla lettera greca theta, usata dai greci per rappresentare il pensiero), diminuì gradualmente e, man mano che continuavano ad incarnarsi come umani, la parte della mente conosciuta come mente reattiva prese il sopravvento.
Più il thetan crede di essere l’effetto dell’universo fisico, piuttosto che la causa, più la mente reattiva esercita i suoi effetti negativi e la persona è in uno stato di “aberrazione”. Questo influenza la Scala del Tono, che mostra i toni emotivi che una persona può sperimentare, e i livelli di ARC (Affinità – Realtà – Comunicazione).
L’affinità è il rapporto emotivo positivo che instauriamo con gli altri. La realtà è l’accordo che raggiungiamo con gli altri su come stanno le cose. La comunicazione è la parte più importante del triangolo: attraverso la comunicazione costruiamo socialmente la realtà e, una volta che la realtà è consensualmente condivisa, possiamo generare affinità.
Come scrittore di narrativa di successo, Hubbard conosceva bene l’ambiente artistico. Tuttavia, si è sforzato per anni su come integrare un’estetica e una teoria delle arti nel suo sistema. Nel 1951, Hubbard scrisse che “non esiste ancora una buona definizione per l’estetica e l’arte”.
Nello stesso anno si è occupato dell’argomento in “Scienza della Sopravvivenza”, uno dei suoi libri teorici più importanti. Tornò spesso alle arti, in particolare in 17 articoli inclusi in bollettini tecnici dal 1965 al 1984, che costituiscono la spina dorsale del libro Art del “1991”, pubblicato dalla Chiesa di Scientology dopo la sua morte.
In “Scienza della Sopravvivenza”, Hubbard scrive: “A quanto pare, esistono molti altri livelli mentali al di sopra del livello analitico”. Probabilmente “appena al di sopra del livello della mente analitica” esiste qualcosa chiamata mente estetica. L’estetica e la mente estetica, ammette Hubbard, “sono entrambi soggetti altamente nebulosi”. In generale, la mente estetica è la mente che “ha attinenza col nebuloso campo dell’arte e della creazione”. E “l’estetica ha molto a che fare con la Scala del Tono”. Introducendo la mente estetica, Hubbard ha in qualche modo cambiato il suo modello abituale basato sull’interazione della mente analitica con quella reattiva.
Ci si potrebbe aspettare che la mente estetica non sia in grado di funzionare fino a quando la maggior parte degli engram non sarà stata eliminata e lo stato di chiaro non sarà stato raggiunto. Stranamente, Hubbard sostiene che non è così: “È strano, scrive, che la sospensione della mente analitica e l’aberrazione della mente reattiva possano ancora lasciare la mente estetica in condizioni di funzionare abbastanza bene”.
La mente estetica non viene molto influenzata dalla posizione sulla Scala del Tono, anche se, evidentemente, deve utilizzare la mente analitica, la mente reattiva e la mente somatica nella creazione di arte e forme artistiche.
Non che l’aberrazione sia irrilevante per l’artista. Infatti, scrive Hubbard, “la quantità di aberrazione dell’individuo ostacola notevolmente la capacità di esecuzione della mente estetica”. È importante anche la quantità di theta che l’artista possiede inizialmente. “Una persona con una grande quantità di theta come dotazione iniziale può essere potenzialmente un musicista potente”, o un artista delle arti visive, a causa della sua mente estetica. Tuttavia, la mente estetica non può “eseguire” e produrre arte direttamente. Dovrebbe operare attraverso le menti analitiche e reattive, “sia il potere analitico dell’individuo che le sue aberrazioni”.
Essere “una persona dotata di grandi quantità di theta”, come spesso sono gli artisti, è anche una benedizione a metà. Hubbard spiega che “Una persona dotata di grandi quantità di theta, quindi, riceve lock e secondari più numerosi e violenti di quanto non accada a persone dotate di minore quantità di theta”.
I lock e i secondari sono immagini mentali attraverso i quali ci vengono ricordati gli engram. Lock e secondari non esisterebbero senza gli engram, ma possono essere molto inquietanti. Le persone con una grande quantità di theta, compresi gli artisti che usano tutta questa energia per produrre forme d’arte, “cercano di controllare grandissime quantità di MEST e altri organismi”. L’ambiente reagisce a questo tentativo di controllo con quelli che Hubbard chiama contro-sforzi e contrattacchi, attraverso i quali gli engram vengono usati contro l’individuo.
Anche prima che Scientology offrisse una spiegazione scientifica di questi fenomeni, essi erano abbastanza ovvi da essere notati ma, Hubbard sostiene, spesso venivano male interpretati. Molti sostenevano che era normale, se non “assolutamente necessario”, che un artista fosse un “nevrotico”: “Non avendo la capacità di fare niente per la nevrosi, alcune vecchie scuole di terapia mentale glorificavano ciò che non erano in grado di prevenire o curare ‘come la volpe senza coda di Esopo che cercava di convincere le altre volpi a tagliarsi la loro’”.
L’artista che si comporta in modo anormale è stato salutato come un eroe della controcultura. Essere “pazzo” era considerata una benedizione per l’artista.
Non è così, sostiene Hubbard. Scendere la Scala del Tono non è un bene per nessuno e non lo è neanche per gli artisti. L’artista, “quando scende la Scala del Tono, diventa sempre meno capace di realizzare concretamente i propri impulsi creativi e alla fine diventa incapace di contattarli”.
Torneremo sul tema dell’artista nevrotico nel secondo articolo di questa serie.