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La lotta per la confessione. 2. Controversie europee

by | Mar 14, 2022 | Documents and Translations, Italian

Mentre in Italia il Concordato con la Chiesa cattolica crea una situazione particolare, altri Paesi hanno circoscritto la tutela giuridica del segreto confessionale.

di Massimo Introvigne

Articolo 2 di 5. Leggi l’articolo 1.

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The Devil tries to prevent a woman for making her confession, Italian print, ca. 1800.
Il diavolo cerca di impedire a una donna di confessarsi, stampa italiana, 1800 ca. Crediti.

“Religious Confession and Evidential Privilege in the 21st Century” (Shepherd Street Press, Cleveland, Queensland 2021), a cura di Mark Hill e A. Keith Thompson, è un libro importante che ho iniziato a recensire nel precedente articolo di questa serie. Ho esaminato come l’idea che le leggi che proteggono il segreto della confessione e altre pratiche religiose simili debbano essere abrogate del tutto, o che si debbano fare eccezioni per i casi di abuso sessuale su minori, sia nata in Australia, dove le raccomandazioni di una Commissione Reale sulle risposte istituzionali all’abuso su minori sono state attuate in diversi Stati e territori. Altri capitoli del libro di Hill e Thompson riguardano Paesi europei.

Marco Ferrante discute la particolarissima situazione dell’Italia, dove non solo il segreto della confessione è protetto, ma la giurisprudenza sostiene che la violazione della riservatezza della confessione cattolica è di per sé un reato ai sensi dell’articolo 622 del Codice penale, che protegge il “segreto professionale” in genere. Molto saggiamente, la Chiesa cattolica italiana non ha voluto essere parte del Concordato del 1929, né di quello rivisto e rifirmato nel 1984, che di conseguenza è un trattato internazionale tra due Stati sovrani, Italia e Vaticano, come tale ampiamente sottratto alla giurisdizione dei tribunali italiani.

Delegazioni italiana e vaticana prima della firma del Concordato il 20 febbraio 1929: Il primo ministro Benito Mussolini (1883-1945) e il segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Gasparri (1852-1934) sono al centro. Crediti.
Delegazioni italiana e vaticana prima della firma del Concordato il 20 febbraio 1929: Il primo ministro Benito Mussolini (1883-1945) e il segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Gasparri (1852-1934) sono al centro. Crediti.

Il Concordato garantisce un’ampia protezione del segreto della confessione cattolica, ma disposizioni simili sono incluse nelle Intese con le Comunità ebraiche e la piccola Chiesa luterana italiana. I tribunali hanno stabilito che il privilegio si estende effettivamente ai ministri di tutte le confessioni. In considerazione dello status speciale del Concordato con la Chiesa cattolica, e dei principi costituzionali che impongono di concedere gli stessi privilegi a tutte le religioni, Ferrante ritiene improbabile che i casi di abuso sessuale da parte di sacerdoti cattolici, che certo esistono anche in Italia, determinino un cambiamento nella protezione esistente.

Mark Hill e Christopher Grout presentano la situazione in Inghilterra e Galles, dove il diritto canonico della Chiesa d’Inghilterra è parte del diritto civile. La Chiesa d’Inghilterra permette la possibilità della confessione privata, anche se non è frequente. Dal 1603, la sua segretezza è protetta dalla legge, con l’eccezione di crimini considerati così gravi, tra cui l’alto tradimento, che non rivelarli potrebbe portare alla pena di morte. Poiché la pena di morte non esiste più in Inghilterra, questa eccezione non ha più effetto.

Recentemente, riferiscono gli autori, a causa della controversia sugli abusi sessuali sui bambini, la Chiesa d’Inghilterra ha adottato la soluzione che la Chiesa cattolica ha rifiutato in Australia, istruendo i pastori a rifiutare l’assoluzione a meno che i colpevoli non promettano di auto-denunciarsi alle autorità. Ha anche precisato che una comune conversazione tra un pastore e un parrocchiano non è una confessione, e non è protetta dal segreto confessionale.

Una confessione anglicana. Da Facebook.
Una confessione anglicana. Da Facebook.

I due autori del capitolo riportano un disaccordo tra loro sul fatto che la protezione concessa ai pastori della Chiesa d’Inghilterra si estenda ai ministri di altre religioni. Gli autori concordano che nel sistema britannico è ancora vero che “un pastore della Chiesa d’Inghilterra è in una posizione molto diversa rispetto a un prete della Chiesa cattolica” (162) o a un ministro di qualsiasi altra religione. In un famoso caso del 1860, un prete cattolico fu condannato per oltraggio alla corte dopo aver invocato il segreto della confessione per non rivelare da chi aveva ricevuto un orologio rubato. Oggi, Hill ritiene che, come firmataria della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la Gran Bretagna dovrebbe proteggere il segreto della confessione di tutte le religioni; Grout non è d’accordo.

Andreas Heriksen Aarflot confronta la situazione della Norvegia e della Svezia e delle rispettive Chiese nazionali luterane. Entrambe mantengono la confessione auricolare come possibilità, come voleva lo stesso Martin Lutero, anche se non è obbligatoria e, come nella Chiesa d’Inghilterra, non è frequente. In Norvegia, ma non in Svezia, anche i laici luterani possono confessare, e non solo i pastori. Quando qualcuno si confessa, la legge ecclesiastica impone che quello che il penitente ha detto non debba essere rivelato a nessuno, comprese le autorità civili. In Norvegia, questa era anche una disposizione del Codice penale fino al 2021, anche se non era chiaro se le stesse regole si applicassero anche ai laici che ascoltavano le confessioni o solo ai pastori.

C’erano comunque delle eccezioni, in quanto la protezione del segreto della confessione non si applicava nei casi di reati molto gravi, come l’omicidio, lo stupro o l’alto tradimento, e la stessa Chiesa norvegese nel 2019 ha dichiarato che nei casi di abuso sessuale il dovere di riservatezza relativo alla confessione non è incondizionato e i pastori dovrebbero rispettare “le attuali normative [statali]”.

Interno della cattedrale luterana di Oslo.
Interno della cattedrale luterana di Oslo. Crediti.

In Svezia, la violazione del sigillo del confessionale luterano era un reato punito con la pena di morte fino al 1889. La Chiesa di Svezia è stata separata dallo Stato nel 2000, con la conseguenza che i pastori che violano il dovere di riservatezza rispetto alle confessioni sono ora puniti dalla Chiesa ma non dallo Stato. Anche dopo gli scandali degli abusi sui bambini, la Chiesa di Svezia sostiene che i sacerdoti non dovrebbero riferire alle autorità il contenuto di una confessione; devono invece riferire le informazioni ottenute al di fuori del contesto confessionale. Poiché la confessione nella Chiesa luterana è rara, i tribunali in Svezia, come in Norvegia, non hanno avuto finora l’opportunità di testare come le regole interne della Chiesa interagiscano con le disposizioni di denuncia obbligatoria dello Stato.

L’Irlanda è uno dei Paesi in cui gli scandali di abusi su minori che coinvolgono il clero cattolico hanno trasformato profondamente il panorama religioso. Anche prima dell’indipendenza, alcuni giudici locali avevano riconosciuto l’inviolabilità della confessione cattolica. Dopo l’indipendenza, la questione è diventata politica, poiché affermare con enfasi che la confessione cattolica era protetta significava per alcuni giudici esprimere il loro ripudio del passato britannico e la loro convinzione che l’Irlanda era ormai un paese cattolico.

Come spiega Stephen Farrell nel suo capitolo, i giudici irlandesi erano meno propensi ad estendere la protezione ad altre religioni. Un esempio è il caso Johnson del 2001, in cui un giudice sentenziò che l’auditing nella Chiesa di Scientology non era protetto, basandosi sull’argomento piuttosto cattolico che non c’erano prove che Scientology insegnasse che violare la riservatezza dell’auditing avrebbe “portato a qualche tipo di punizione eterna” (207).

Tutto questo è cambiato con la crisi dei preti pedofili. Nel 2015, il Children First Act è diventato “il primo caso in cui il legislatore irlandese ha legiferato direttamente in un modo che preclude a un prete di fare affidamento in qualsiasi modo sul segreto della confessione”, sebbene solo nei casi di abuso sessuale su minori (215-16). La Chiesa cattolica ha reagito informando il governo che i sacerdoti non avrebbero rispettato la disposizione, indipendentemente dalle conseguenze.

Farrell specula su possibili difese che i sacerdoti potrebbero avere sulla base di altre leggi, e sulle conseguenze per altre religioni, anche se al momento in cui scriveva non c’erano ancora casi decisi dai tribunali irlandesi relativi alla legge del 2015. Ma gli era chiaro che “la protezione del segreto della confessione da parte del diritto irlandese è ora più precaria che in qualsiasi momento dall’indipendenza” (217).

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