BITTER WINTER

Riscoprire Serafino Macchiati. Tra impressionismo, incubi e sedute spiritiche

by | Dec 16, 2023 | Documents and Translations, Italian

Dai paesaggi impressionisti e divisionisti, l’artista italiano passò a esplorare il paranormale, l’occulto e lo spiritismo.

Massimo Introvigne

Serafino Macchiati (1861–1916). MART archives, Rovereto. All pictures are from the Collesalvetti exhibition and related material.
Serafino Macchiati (1861-1916). Archivio MART, Rovereto. Tutte le immagini provengono dalla mostra di Collesalvetti e dal materiale relativo.

Non molti oggi ricordano Serafino Macchiati, pittore italiano nato a Camerino, nelle Marche, il 17 gennaio 1861. Morì a Parigi l’11 dicembre 1916. Fortunatamente, a vent’anni dalla prima monografia dedicata a Macchiati, è stata organizzata una grande mostra dell’artista, curata da Francesca Cagianelli e Silvana Frezza Macchiati, presso la Pinacoteca Comunale Carlo Servolini di Collesalvetti, in Toscana. La mostra si protrarrà fino al 29 febbraio 2024 e il motivo per cui la consiglio ai lettori di “Bitter Winter” è il legame di Macchiati con la parapsicologia e lo spiritismo.

Il titolo della mostra è “Serafino Macchiati: Moi et l’autre. Le frontiere dell’impressionismo tra euforia Belle Époque e drammi della psiche”. Il titolo deve essere spiegato. Alcuni conoscono solo il “primo Macchiati”, che sotto il patrocinio del suo mentore Vittore Grubicy de Dragon (1851-1920) dipinse (soprattutto) paesaggi e ritratti, evolvendo dall’Impressionismo e dal Post-Impressionismo al Divisionismo.

Francesca Cagianelli guida i visitatori alla scoperta della mostra.
Francesca Cagianelli guida i visitatori alla scoperta della mostra.

Grubicy, cui la città di Livorno ha dedicato una spettacolare mostra nel 2022, fu mercante e critico, nonché pittore egli stesso. La sua corrispondenza con Macchiati è conservata al Museo MART di Rovereto. Si tratta di centinaia di lettere, per lo più inviate da Macchiati a Grubicy. Sono state attentamente studiate in vista della mostra di Collesalvetti da Francesca Cagianelli e Dario Matteoni. Le lettere chiariscono il rapporto di Macchiati con artisti interessati allo spiritismo e ad altre forme di spiritualità alternativa, tra cui Gaetano Previati (1852-1920) e Giacomo Balla (1871-1958). Balla, il cui interesse per la Teosofia e le sedute spiritiche è ben documentato, trascorse sette mesi a Parigi ospite di Macchiati.

È proprio a Parigi che il “secondo Macchiati” inizia dapprima a dipingere la vita della città con uno sguardo al tempo stesso sociale e socialista, diventando amico intimo del poeta e attivista marxista Henri Barbusse (1873-1935). Ottenendo un formidabile successo come illustratore di romanzi, tra cui quelli del creatore spiritista di Sherlock Holmes, Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930), Macchiati sviluppa il gusto per la rappresentazione dei crimini, dei “paradisi artificiali” della droga, dell’orrore, del paranormale e dello spiritismo. Un nuovo e importante risultato dell’indagine di Francesca Cagianelli su Macchiati, documentato nella mostra di Collesalvetti, è che il “primo” e il “secondo” Macchiati non possono essere separati, e un “filo rosso” collega le distinte fasi della carriera dell’artista italiano, che può quindi essere letta come un tutt’uno.

Quella di Macchiati fu una lotta per l’indipendenza e la modernità, rappresentata al meglio dal suo atteggiamento nei confronti dell’illustrazione. Non considerava l’illustratore come ausiliario o subordinato allo scrittore, ma come un co-autore. La mostra documenta il lavoro di Macchiati come illustratore di libri e riviste, insistendo sull’importanza della sua collaborazione con la pubblicazione francese “Je sais tout”. È su questa rivista che nel 1905 è pubblicato per la prima volta il romanzo “Moi et l’autre” di Jules Claretie (1840-1913). Macchiati illustra sia la serie di “Je sais tout” sia le due versioni in volume pubblicate da Pierre Lafitte nel 1908 e nel 1912. In effetti, la corrispondenza con Grubicy dimostra che Macchiati aveva iniziato a discutere dell’opera con Claretie già durante la sua stesura, prima della pubblicazione.

Un caso di sdoppiamento di personalità: i due André Fortis. Illustrazione di Macchiati per “Moi et l’autre” in “Je sais tout” 1:5, 15 giugno 1905, p. 629.
Un caso di sdoppiamento di personalità: i due André Fortis. Illustrazione di Macchiati per “Moi et l’autre” in “Je sais tout” 1:5, 15 giugno 1905, p. 629.

“Moi et l’autre” è una classica storia di sdoppiamento della personalità, un tema esplorato dagli psichiatri francofoni della Belle Époque e utilizzato da alcuni anche per spiegare i medium spiritisti. Nel romanzo, è un giovane artista, André Fortis, che alterna due diverse personalità e sperimenta allucinazioni e fenomeni simili a quelli descritti nella letteratura del tempo sul paranormale e sulle sedute spiritiche. In quella che probabilmente è la migliore illustrazione di Macchiati, durante una cena Fortis “proietta” la testa della moglie avvolta in un cerchio di luce.

Macchiati, studio per l’illustrazione della scena della cena in “Moi et l’autre”, collezione privata.
Macchiati, studio per l’illustrazione della scena della cena in “Moi et l’autre”, collezione privata.

Macchiati illustra anche su “Je sais tout” “L’uomo che vide il diavolo” di Gaston Leroux (1868-1927) e “Notre enquête sur l’au-delà” (La nostra indagine sull’aldilà) del giornalista André Arnyvelde (1881-1942), che la rivista pubblica nel 1912. Questi lavori permettono a Macchiati di illustrare rituali satanici, ectoplasmi e sedute spiritiche.

Macchiati, “La Visionnaire”, a sinistra (1904) “Une apparition hallucinante”, illustrazione per “Notre enquête sur l’au-delà”, in “Je sais tout” 94, 15 novembre 1912, p. 557.
Macchiati, “La Visionnaire”, a sinistra (1904) “Une apparition hallucinante”, illustrazione per “Notre enquête sur l’au-delà”, in “Je sais tout” 94, 15 novembre 1912, p. 557.

La curiosità e persino la fede nel paranormale erano considerate durante la Belle Époque come un modo per essere veramente moderni e rimanere in contatto con l’avanguardia e forse con il futuro della scienza. Scienziati di spicco condividevano questo atteggiamento, ma furono gli artisti a consegnarlo alle generazioni future attraverso opere evocative che ancora oggi ci parlano di misteri irrisolti e di regni sconosciuti. Macchiati fu parte importante di questo movimento all’incrocio tra arte, letteratura ed esoterismo.

Macchiati, “Adoratori di Satana”, inedito esposto alla VII Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, 1907.
Macchiati, “Adoratori di Satana”, inedito esposto alla VII Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, 1907.

Tutti coloro che considerano il movimento rilevante devono essere profondamente grati agli organizzatori della mostra di Collesalvetti (il cui catalogo è stato pubblicato da Silvana Editoriale) per aver conservato la memoria e il gusto di un personaggio significativo di un’epoca straordinaria della storia culturale europea.

NEWSLETTER

SUPPORT BITTER WINTER

READ MORE