BITTER WINTER

Le richieste di asilo di membri della Chiesa di Dio Onnipotente. 9. Sorveglianza cinese dei rifugiati della CDO all’estero

by | Feb 4, 2025 | Documents and Translations, Italian

Se membri cinesi della CDO sono stati identificati come tali dalla Cina all’estero, saranno arrestati se torneranno nel loro Paese d’origine.

di Massimo Introvigne, James T. RichardsonRosita Šorytė

Articolo 9 di 9. Leggi l’articolo 1, l’articolo 2, l’articolo 3, l’articolo 4, l’articolo 5, l’articolo 6, l’articolo 7 e l’articolo 8.

Massimo Introvigne con rifugiati della CDO durante un evento a Torino, maggio 2018.
Massimo Introvigne con rifugiati della CDO durante un evento a Torino, maggio 2018.

In alcuni casi, i richiedenti asilo nei Paesi democratici non sono stati perseguitati in Cina come membri delle CDO, ma sono stati perseguitati come fedeli di altri gruppi etichettati come xie jiao e proibiti. Si sono convertiti da un altro gruppo bandito come xie jiao alla CDO all’estero. All’inizio della storia della CDO, un numero considerevole di membri del gruppo cristiano noto come Shouters si è convertito al movimento, e queste conversioni avvengono ancora oggi, anche all’estero. Gli Shouters sono anche loro considerati uno xie jiao – di fatto, sono stati il primo gruppo ufficialmente classificato come tale nella Repubblica Popolare Cinese – e alcune decisioni favorevoli a rifugiati hanno riconosciuto che, se non si fossero convertiti alla CDO, i richiedenti asilo sarebbero stati comunque perseguitati in Cina in quanto membri degli Shouters.

Una questione più ampia è se le autorità cinesi tengano sotto controllo le comunità della CDO all’estero, utilizzando tra l’altro la tecnologia di riconoscimento facciale. In tal caso, non sarebbe importante se il richiedente asilo sia stato perseguitato in Cina, o anche se fosse stato un membro della CDO in quel Paese o si sia convertito “sur place” all’estero. Se le sue attività per conto della CDO all’estero sono abbastanza visibili, le autorità cinesi scopriranno che è un membro della CDO. Potrebbero non conoscere il suo nome, ma l’identificazione attraverso il riconoscimento facciale causerebbe comunque l’arresto del membro della CDO in caso di ritorno in Cina.

La conclusione che la sorveglianza cinese delle comunità dissidenti all’estero sia sistematica e pervasiva è supportata da diverse COI recenti, sebbene alcune sentenze la liquidino ancora come propaganda anticinese. In Corea del Sud, dove finora è stato concesso l’asilo a un solo richiedente della CDO (nel 2021), le decisioni hanno sempre negato l’esistenza di tale sorveglianza. Questo è paradossale, se si considera che la Corea del Sud è un Paese in cui attivisti anti-sette cristiani collaborano apertamente con le autorità cinesi nell’identificazione dei rifugiati della CDO, pubblicando persino le loro fotografie online.

Una forte presa di posizione sul fatto che l’identificazione facciale è sistematicamente utilizzata per identificare i fedeli della CDO all’estero, rendendo molto probabile il loro arresto in caso di ritorno in Cina, è stata presentata nel 2020 dall’autorità italiana per i rifugiati in COI dedicate a questo tema

Nella sentenza tedesca di Friburgo, citata nel precedente articolo di questa serie, il tribunale ha notato che il richiedente era apparso in video promozionali della CDO registrati in Germania e disponibili online, e aveva anche partecipato a manifestazioni per i diritti umani ed eventi pubblici che criticavano la Cina. Il tribunale ha respinto l’argomentazione delle autorità amministrative secondo cui il richiedente avrebbe agito a suo rischio e pericolo e non avrebbe potuto basare la sua richiesta di asilo su attività che avrebbe potuto evitare, affermando che in Germania la libertà di religione e di espressione è garantita e protetta nei confronti di tutti coloro che risiedono nel Paese, non solo dei cittadini tedeschi.

Rifugiati della CDO si esibiscono in un video promozionale. Questi video sono attentamente esaminati dall’intelligence cinese, anche attraverso tecniche di riconoscimento facciale.
Rifugiati della CDO si esibiscono in un video promozionale. Questi video sono attentamente esaminati dall’intelligence cinese, anche attraverso tecniche di riconoscimento facciale.

Il tribunale ha dichiarato che un numero sufficiente di documenti dimostra che “i siti Internet delle religioni proibite sono sempre più monitorati dalle autorità di sicurezza cinesi”. “Poiché i servizi di sicurezza cinesi hanno i mezzi tecnici per identificare le persone non nominate nei video utilizzando un software di riconoscimento facciale […], il tribunale è anche convinto che il richiedente sia stato ora identificato dalle autorità di sicurezza cinesi e sia percepito come una minaccia per lo Stato cinese”.

Il Tribunale Amministrativo di Friburgo ha osservato che la sorveglianza e la repressione cinese dei dissidenti “non sono limitate al territorio della Repubblica Popolare. Piuttosto, qualsiasi comportamento di cittadini cinesi all’estero considerato deviante o critico nei confronti del regime diventa anch’esso oggetto dell’attenzione dei servizi segreti cinesi”, come dichiarato ufficialmente dal governo tedesco. Secondo le agenzie di intelligence tedesche, infatti, “uno degli obiettivi dell’attività delle agenzie statali cinesi in Germania, in particolare dei servizi di intelligence, è spiare e combattere i movimenti che, secondo il Partito Comunista Cinese, sfidano il suo monopolio del potere e rappresentano una minaccia per l’unità nazionale della Cina”. “In queste campagne, queste agenzie non si limitano più a raccogliere informazioni all’estero, ma esercitano pressioni attive, sistematiche e aggressive sugli esuli dissidenti, li intimidiscono e li minacciano, anche filmandoli a distanza ravvicinata e senza nemmeno nascondersi”.

In questo contesto, hanno concluso i giudici di Friburgo, “chiunque sia stato identificato dai servizi di sicurezza statali cinesi per aver criticato il regime all’estero è inserito in una lista nera. Chi torna dall’estero è controllato di routine in Cina, anche rispetto ai dati precedentemente registrati nel Paese. I cinesi sospettati di un comportamento critico nei confronti del regime o comunque deviante quando sono all’estero, spesso ‘scompaiono’ a tempo indeterminato se tornano in Cina”.

Se le cose stanno così, coloro che appaiono come membri della CDO in video ed eventi all’estero o, peggio ancora, partecipano a proteste per i diritti umani critiche nei confronti del PCC, corrono il serio rischio di essere detenuti o “fatti sparire” se dovessero tornare in Cina, il che da solo dovrebbe essere considerato un motivo valido per concedere loro asilo.

Anche le richieste di asilo all’estero sono monitorate (illegalmente) dalla Cina, anche se non è sempre chiaro come. Dal 2022 un sito web probabilmente legato alle agenzie di intelligence cinesi – Da Ai Wang – ha iniziato a pubblicare elenchi dettagliati dei membri della CDO che hanno fatto richiesta di asilo in Italia. La fuga di queste informazioni riservate solleva sospetti sulle attività di intelligence svolte dagli agenti cinesi in Italia. Lo scandalo è stato denunciato da “Bitter Winter” e da altri media. Inoltre, Da Ai Wang ha pubblicato anche elenchi e informazioni personali, compresi gli indirizzi, di membri della Chiesa di Dio Onnipotente in Corea del Sud, negli Stati Uniti e in altri Paesi. È chiaro che la presenza in questi elenchi è una prova che i devoti sono noti alle autorità cinesi come membri della CDO e che saranno arrestati o peggio se torneranno in Cina.

Durante le nostre interviste, i rifugiati della CDO hanno spesso espresso la loro delusione per il fatto che a molti di loro non sia stato concesso l’asilo. Le decisioni favorevoli continuano a coesistere con rifiuti basati su argomentazioni che i rifugiati speravano fossero ormai un ricordo del passato.

Membri della CDO protestano davanti al Palazzo presidenziale della Corea del Sud (la Casa Blu) contro le vessazioni del Partito Comunista Cinese e dei suoi compagni di strada nei confronti dei rifugiati della CDO all’estero.
Membri della CDO protestano davanti al Palazzo presidenziale della Corea del Sud (la Casa Blu) contro le vessazioni del Partito Comunista Cinese e dei suoi compagni di strada nei confronti dei rifugiati della CDO all’estero.

Tuttavia, su una nota più positiva, i rifugiati possono guardare alla loro situazione come era nel 2014 o nel 2015, all’indomani dell’omicidio del McDonald’s e della campagna di propaganda globale del PCC contro la CDO, e riconoscere che la situazione è cambiata in meglio. A differenza di altri movimenti perseguitati, la CDO ha compreso che gli studiosi non sono nemici della Chiesa e che è nel suo interesse permettere agli accademici di studiare il movimento. Dal 2016, la CDO è stata abbastanza collaborativa con gli studiosi, consentendo sondaggi, osservazione partecipante e studio di documenti sulla sua storia e teologia, anche se questo ha subito un rallentamento con il COVID e dopo la pandemia. A loro volta, i lavori degli studiosi hanno portato a un miglioramento delle COI, almeno in alcuni Paesi, e a una maggiore percentuale di decisioni favorevoli in materia di asilo.

Questo non significa che la disponibilità di studi equilibrati sulla CDO e di migliori COI abbia risolto tutti i problemi dei rifugiati, e neppure la maggior parte di essi. La situazione dei rifugiati è ancora precaria e preoccupante. La pressione di una diplomazia cinese aggressiva si fa sentire e gli avvocati e i richiedenti asilo di diversi Paesi hanno scoperto che le ambasciate cinesi operano come controparti nascoste nei casi di rifugiati della CDO. Il loro lavoro non è inefficace e, benché non siano la maggioranza, alcune decisioni giudiziarie si basano sui “pacchetti informativi” delle ambasciate cinesi per respingere i lavori degli studiosi e persino alcune COI prodotte dai governi.

Le cause di asilo possono essere vinte, e lo sono, da rifugiati della CDO, ma richiedono buoni avvocati disposti a dedicare tempo a studiare una Chiesa che pochi conoscono e ad ascoltare pazientemente le storie individuali dei richiedenti asilo. Sebbene nei casi di asilo alcuni avvocati di prim’ordine siano disposti a lavorare gratis per motivi umanitari, e altri abbiano acquisito una buona conoscenza operativa della CDO, questi eccellenti professionisti non sono numerosi. In alcuni Paesi la povertà dei rifugiati può indurli ad affidarsi ad avvocati d’ufficio, forniti da ONG o comunque a basso costo, che non hanno tempo, competenze o risorse per preparare casi che restano difficili.

Forse i tribunali e i governi, nel definire le loro politiche sui rifugiati, dovrebbero considerare tutti questi fattori. Sebbene le guerre in Ucraina e in Medio Oriente possano indurre alcuni Paesi a diventare meno generosi nell’accogliere i rifugiati in generale, non dobbiamo dimenticare che i membri della CDO rischiano la persecuzione, la tortura e in alcuni casi la morte se sono costretti a tornare in Cina. Rimandare le vittime ai loro aguzzini è qualcosa che ragioni economiche o politiche non potranno mai giustificare.

NEWSLETTER

SUPPORT BITTER WINTER

READ MORE