BITTER WINTER

FECRIS ammette che la causa persa ad Amburgo contro i Testimoni di Geova è stata “una lezione”

by | Sep 28, 2021 | Documents and Translations, Italian

Benché in un comunicato stampa la sconfitta legale sia stata presentata come una vittoria, alla propria Assemblea Generale l’ente ha descritto la questione in modo diverso.

di Massimo Introvigne

Item 2.1 of the report of FECRIS General Assembly of 11/27/2000.
Punto 2.1 del resoconto dell’Assemblea Generale della FECRIS, 27 novembre 2020.

Read the original article in English.

Il 27 novembre 2020, la FECRIS (Federazione Europea dei Centri per la Ricerca e l’Informazione sulle Sette), un’organizzazione che riunisce movimenti anti-sette europei ed extra-europei – e che riceve significativi finanziamenti dal governo francese –, ha perso un’importante causa presso la Corte Distrettuale di Amburgo (Germania), dove è stata riconosciuta colpevole di 18 capi d’accusa relativi a false affermazioni dirette contro i Testimoni di Geova.

Il 24 maggio 2021, Bitter Winter ha pubblicato un commento alla sentenza.

Il 30 maggio 2021, cioè sei giorni dopo che era apparso l’articolo di Bitter Winter (e sei mesi dopo il verdetto, a riprova che l’intenzione era effettivamente quella di replicare a Bitter Winter, e che se non ci fosse stato il nostro articolo non sarebbe stato avvertito il bisogno di commentare pubblicamente la sentenza), la FECRIS ha pubblicato un comunicato stampa in merito al caso.

Nel comunicato la FECRIS dichiarava il falso affermando di aver vinto una causa che in realtà aveva perso. Poiché i Testimoni di Geova avevano sostenuto che 32 affermazioni fatte dalla FECRIS fossero di natura diffamatoria, e poiché il tribunale ne aveva dichiarate diffamatorie 17, una era stata ritenuta parzialmente diffamatoria e 14 erano state dichiarate non diffamatorie, la FECRIS ha asserito di aver difeso con successo le proprie tesi ad Amburgo. Ovviamente, questo non era avvenuto, come risulta provato dal fatto che è stata la FECRIS a essere condannata a un risarcimento economico a favore dei Testimoni di Geova, e non vice versa. La FECRIS ha sostenuto che le 14 affermazioni riconosciute non diffamatorie erano “essenziali”, mentre i 18 punti per cui è stata condannata sarebbero “secondari”. Queste sono considerazioni del tutto arbitrarie. Come si è messo in luce nel nostro articolo, le affermazioni che il tribunale ha ritenuto diffamatorie riguardavano alcune delle principali asserzioni su cui poggiano le consuete campagne contro i Testimoni di Geova condotte dalla FECRIS.

I legali sanno che quelle per diffamazione sono cause difficili. Non tutte le affermazioni false costituiscono diffamazione. I giudici possono ritenere che, sebbene errate, alcune affermazioni siano tutelate dalla libertà di parola e ricadano al di fuori dell’àmbito delle norme anti-diffamazione. Le organizzazioni e i giornali a carattere scandalistico che ricorrono alla diffamazione in maniera sistematica sanno che verranno chiamati in causa per diverse affermazioni, ma sanno anche che verosimilmente saranno condannati per alcune di queste e riconosciuti non colpevoli per altre. La loro normale strategia consiste nello sminuire le sentenze sfavorevoli e nel sostenere d’essere usciti vincitori allorché siano state riconosciute diffamatorie soltanto alcune – e non tutte – le affermazioni per cui sono stati citati in giudizio (il che avviene comunemente, persino nelle cause per diffamazione che hanno un esito molto positivo). Asseriranno inoltre falsamente, nei casi in cui le loro affermazioni siano state ritenute non diffamatorie, che i tribunali avrebbero “attestato” la loro “veridicità”; mentre, in realtà, una data affermazione può essere sia errata sia collocarsi al di fuori dell’àmbito della diffamazione.

Come tipicamente accade, il comunicato della FECRIS dà la falsa impressione che il Tribunale di Amburgo abbia convalidato come vere le 14 affermazioni che ha ritenuto non diffamatorie. In verità, la Corte stessa aveva ammonito contro tale interpretazione, rilevando che, secondo la legge tedesca, “le espressioni di un’opinione godono di ampia tutela. Di conseguenza, anche le opinioni errate ricadono nell’àmbito di tale tutela”. Un chiaro esempio di “opinione errata” considerata non diffamatoria, menzionata dalla FECRIS nel comunicato come se fosse stata dichiarata veritiera dai giudici di Amburgo, è che “ogni asserzione relativa alla persecuzione dei Testimoni di Geova in Russia non è che rozza propaganda”. C’è da chiedersi se la stessa FECRIS creda davvero alla veridicità di questa affermazione, dopo che la persecuzione dei Testimoni di Geova in Russia è stata ripetutamente denunciata dalle Nazioni Unite, dall’Unione Europea e da diversi governi occidentali, compreso il governo tedesco.

Ora abbiamo le prove che, pur asserendo pubblicamente di essere uscita “vincitrice” dal caso dibattuto ad Amburgo, la FECRIS è ben consapevole che le cose sono andate diversamente. Il 28 novembre 2020 è stata tenuta in videoconferenza l’Assemblea Generale della FECRIS. Una delle questioni di cui si è discusso è stata la causa di Amburgo. L’Assemblea è stata informata dell’“enorme lavoro, svolto con successo grazie all’apporto di Jean-Pierre Jougla”. Stando al suo profilo su Linkedin, Jougla è “avvocato onorario” (avocat honoraire), un titolo peculiare presente in Francia (e in Belgio) che definisce chi, pur essendo, di solito, in pensione, mantiene il titolo di avvocato e alcune sue funzioni, ma non può più operare come legale nei dibattimenti, tranne che in particolari circostanze.

Jougla ha dichiarato che “questo caso dovrebbe servirci di lezione. Chi collabora con noi dovrebbe essere in grado di provare ciò che asserisce”. L’Assemblea ha concluso che, per ragioni “precauzionali e di sicurezza”, “in futuro i testi scritti [degli interventi presentati alle conferenze della FECRIS] non saranno più pubblicati sul sito web della Federazione”.

Troviamo qui diverse ammissioni di colpa. Anziché una “vittoria”, il caso di Amburgo è stato un’amara “lezione” per la FECRIS. L’affermazione secondo cui chi contribuisce alle pubblicazioni della FECRIS “dovrebbe essere in grado di provare ciò che asserisce” implica che ciò non è avvenuto in relazione ad alcuni dei testi ritenuti diffamatori dai Testimoni di Geova e dal Tribunale di Amburgo. E i testi degli interventi presentati alle sue conferenze “non saranno più pubblicati sul sito web della Federazione”, poiché la FECRIS sa che essi la renderebbero soggetta a denunce per diffamazione; anche se un’organizzazione rispettabile dovrebbe escludere dalle proprie conferenze ogni intervento che sia diffamatorio, anziché lasciare che questo sia pronunciato e poi “nascosto” omettendone la pubblicazione.

Con questo documento, il caso è chiuso. La FECRIS ammette che la causa di Amburgo ha rappresentato una “lezione” nei propri confronti, dovuta al fatto di aver pubblicato riguardo ai Testimoni di Geova delle affermazioni prive di fondamento.

Alla stessa Assemblea, Luigi Corvaglia, un membro italiano della FECRIS, ha presentato l’intervento pronunciato all’ultima riunione dell’OSCE, in cui ha ammesso che l’USCIRF, la Commissione statunitense sulla libertà religiosa internazionale, aveva denunciato la FECRIS definendola propalatrice dell’“ideologia anti-sette” – pericolosa per la libertà religiosa – e promotrice dell’incitamento all’odio.

È curioso che Corvaglia abbia asserito che l’USCIRF “non è un’istituzione del governo statunitense”. Il sito web dell’USCIRF, il cui host è fornito dal governo degli Stati Uniti e il cui indirizzo riporta il dominio .gov, afferma che l’USCIRF è “una commissione del governo federale”. L’USCIRF è stata istituita con una legge federale, la quale specificava che essa era “creata dal Congresso per valutare in modo indipendente e per descrivere in modo accurato e risoluto le minacce alla libertà religiosa nel mondo”, e che nelle questioni che ineriscono alla libertà religiosa il Segretario di Stato degli Stati Uniti “deve” cooperare con l’USCIRF.

Naturalmente la FECRIS è libera di essere in disaccordo con l’USCIRF; ma affermare dinanzi all’OSCE che essa “non è un’istituzione del governo statunitense” non sembra un modo saggio di controbattere le sue conclusioni.

In effetti, il modo in cui è stato gestito il caso di Amburgo conferma che l’USCIRF aveva ragione, e che la FECRIS rappresenta davvero una di quelle rilevanti “minacce alla libertà religiosa nel mondo” la cui individuazione e censura sono lo scopo per cui l’USCIRF è stata istituita.

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