BITTER WINTER

PierLuigi Zoccatelli, il CESNUR, e l’Enciclopedia delle Religioni in Italia

by | May 23, 2025 | Documents and Translations, Italian

La “pazza idea” del compianto studioso voleva produrre uno strumento interpretativo, non solo descrittivo, sull’intero panorama religioso italiano.

di Massimo Introvigne*

*Relazione al convegno “Il dialogo come scelta. Giornata di studi in memoria di PierLuigi Zoccatelli”, Università di Torino, 21 maggio 2025.

PierLuigi Zoccatelli at the CESNUR 2018 conference in Taiwan.
PierLuigi Zoccatelli al convegno annuale del CESNUR del 2018 a Taiwan.

PierLuigi Zoccatelli si trasferisce a Torino nel 1998 per lavorare al CESNUR, di cui diventa vicedirettore. All’epoca, il CESNUR aveva sede in un negozio in Piazza XVIII Dicembre 3, adiacente alla storica Armeria Majerna, fondata nel 1881. Quando pochi anni dopo la sede divenne troppo piccola per il CESNUR, i locali furono venduti alla stessa Armeria Majerna, che realizzò così il sogno di ampliarsi coltivato per decenni. Il negozio aveva un soppalco, che divenne un’abitazione temporanea per PierLuigi, la sua prima “casa” torinese.

Avere sede in un negozio aveva vantaggi e svantaggi. Allora abitavo a pochi passi, alla fine di Via Bertola, e uno dei miei ricordi più vividi è il rumore dello schianto, che avvertii da casa mia, quando un bello spirito decise di rompere con un solo colpo la grande vetrina del locale. Emerse che non si trattava di un oppositore del CESNUR ma di un semplice teppista.

PierLuigi venne a Torino dopo che la prima collaboratrice fissa del Centro, Verónica Roldán, una sociologa argentina che avevo conosciuto nel 1994 in Brasile, durante il congresso del CESNUR che quell’anno si era tenuto a Recife, e invitata a venire in Italia, aveva deciso di trasferirsi a Roma. La sua scelta era legata a ragioni sia accademiche sia personali (si era trovata un fidanzato romano, che poi divenne suo marito).

Quando arriva a Torino nel 1998, PierLuigi, che io conoscevo da anni tramite Alleanza Cattolica, ha 33 anni e non è ancora, a rigore, uno studioso di nuovi movimenti religiosi. È già uno studioso di fama nazionale, anzi internazionale, di esoterismo. I suoi scritti pubblicati prima di arrivare a Torino sono tutti su temi esoterici, sul “ritorno” dello gnosticismo, sul New Age. Aveva già avviato, e in gran parte condotto, la sua grande ricerca sul simbolista cattolico Louis Charbonneau-Lassay e sulle sue relazioni con René Guénon e altri esoteristi, cui aveva dedicato un libro scritto insieme con Stefano Salzani e pubblicato da Arché a Milano nel 1996.

PierLuigi aveva un’informazione di fondo sui nuovi movimenti religiosi fuori dell’area esoterica e aveva partecipato a diversi convegni. Ma fu attraverso il lavoro quotidiano al CESNUR e lo studio sistematico e diligente che in pochi anni si familiarizzò con decine o centinaia di gruppi diversi. Continuò a sentirsi affascinato e a scrivere volentieri di nuovi movimenti religiosi che presentavano aspetti esoterici, come la Religione Aumista del Mandarom in Francia o Damanhur. Ma divenne rapidamente anche un eccellente conoscitore di organizzazioni religiose come i Testimoni di Geova o la Soka Gakkai, che non rientrano nell’area dell’esoterismo.

PierLuigi Zoccatelli in visita al Mandarom nel 2017.
PierLuigi Zoccatelli in visita al Mandarom nel 2017.

Nel 1999, dopo un anno di lavoro al CESNUR, PierLuigi maneggiava con sicurezza la materia del pluralismo religioso in Italia e oltre. Fu così che concepì quella che chiamava la “pazza idea” – il riferimento a una vecchia canzone di Patty Pravo, che sapeva da me apprezzata come cantante, non era casuale – di una enciclopedia delle religioni presenti sul territorio italiano. Lo stimolo per questo progetto era venuto dall’incontro con lo storico delle religioni americano J. Gordon Melton, che aveva visitato il CESNUR a Torino per la prima volta nel 1998. Melton pubblicava da vent’anni, dal 1978, la sua grande “Encyclopedia of American Religions”, talmente legata al suo nome da avere oggi come titolo “Melton’s Encyclopedia of American Religions”. Si tratta di un’opera monumentale, che ha avuto a oggi nove edizioni, con l’ambizione di rubricare tutte le religioni attive negli Stati Uniti e di offrire per ognuna brevi cenni storici e dottrinali, oltre a indirizzi e bibliografia.

PierLuigi aveva in mente un’opera della mole di quella di Melton, ma con schede più lunghe anche perché il numero delle religioni e movimenti presenti in Italia era presumibilmente minore rispetto agli Stati Uniti. Si trattava però di una “pazza idea”, perché l’enciclopedia “delle religioni in Italia” non doveva essere l’enciclopedia dei nuovi movimenti religiosi o esoterici in Italia, terreno che conoscevamo piuttosto bene.

Un’enciclopedia completa doveva esplorare le centinaia di sigle del protestantesimo italiano, capire come era organizzato in Italia l’Islam, mappare sistematicamente le presenze induiste e buddhiste, esaminare le correnti scismatiche e marginali dell’ebraismo al di là dell’organizzazione maggioritaria, addentrarsi negli infiniti scismi e polemiche del mondo ortodosso e delle periferie del cattolicesimo, ricche di piccole ma non insignificanti realtà che si erano staccate dalla Chiesa Cattolica o ne erano state escluse. Per di più, pur convinto che la massoneria non fosse una religione, PierLuigi voleva anche dedicare un’ampia appendice alle massonerie presenti in Italia – decine di obbedienze rivali – accompagnata da un’altra appendice sull’ateismo organizzato. Come esperto di esoterismo, non poteva concepire un’enciclopedia che non indagasse tutte le ramificazioni, anche piccole e piccolissime, di organizzazioni con radici esoteriche dove l’estrema frammentazione è la regola, comprese quelle rosacrociane, martiniste e neo-templari.

Inizialmente, non ero convinto che l’idea fosse realizzabile. Fu la persistenza di PierLuigi a spingermi a dire di sì. Un argomento decisivo fu che si era assicurato la collaborazione di altri due co-autori oltre a lui e a me, Verónica Roldán, che dopo essersi trasferita a Roma si trovava in una posizione geograficamente più favorevole per visitare gruppi dell’Italia Centrale e Meridionale, e il prefetto Nelly Ippolito Macrina, che ci ha lasciato anche lei nel 2021. Nelly occupava la posizione di Responsabile per gli Affari dei culti diversi dal cattolico al Ministero dell’Interno ed era dunque in contatto con tutte le religioni e gruppi che avevano avvicinato il Ministero per qualche forma di riconoscimento. PierLuigi, inoltre, si assicurò la collaborazione di due giovani studiosi, Raffaella Di Marzio e Andrea Menegotto, che acquisirono un’importanza sempre maggiore nella redazione dell’enciclopedia. Per settori che allora conosceva meno – ma di cui poi divenne espertissimo – affidò la redazione di numerose schede a specialisti, come per il buddhismo Tiziana Procesi, prematuramente scomparsa dopo la pubblicazione della prima edizione dell’enciclopedia.

A poco a poco la “pazza idea” divenne realtà. Per un paio di anni girammo tutta l’Italia, scoprendo molte cose che non sapevamo sulla presenza di centinaia di organizzazioni religiose e spirituali. Ricordo lunghissime conversazioni a Roma per comprendere le differenze fra le diverse Chiese di Cristo – strumentali, non strumentali (il riferimento è all’uso o meno di strumenti musicali nelle celebrazioni) e “non istituzionali” – che originano dal risveglio statunitense ottocentesco chiamato Movimento di Restaurazione. Lunghe esplorazioni fra Roma, la Lombardia, la Campania e la Sicilia ci portarono a capire le spaccature del grande movimento pentecostale italiano e le loro radici organizzative e teologiche.

La prima edizione dell’enciclopedia.
La prima edizione dell’enciclopedia.

In questi mesi, si parla molto di un movimento cristiano fondamentalista che non vuole avere nessun nome ma è conosciuto come Two-by-Twos (A due a due), perché i suoi missionari girano il mondo in coppie. Si tratta di un movimento che dagli inizi del Novecento opera con una grande discrezione, qualcuno potrebbe dire nella segretezza. È stato “scoperto” per casi di abusi sessuali, e abbiamo letto su molti giornali che “nessuno li conosceva”. L’affermazione non è esatta, perché PierLuigi Zoccatelli li conosceva, era riuscito a intervistarne degli esponenti e a compilare una scheda accurata per l’enciclopedia. Quando sono scoppiati i recenti scandali, l’ho tradotta in inglese e pubblicata come articolo a firma di PierLuigi, perché si tratta ancora oggi di una sintesi preziosa anche per il pubblico internazionale.

Ho messo in atto la stessa operazione – traduzione in inglese e pubblicazione postuma – per la scheda che PierLuigi aveva dedicato, dopo diversi viaggi in giro per l’Italia e fitta corrispondenza con parecchie organizzazioni straniere, alla Grande Fraternità Universale, un gruppo che non si definisce religioso ma filosofico e che tuttavia ha una sua ben definita spiritualità, fondato da Serge Raynaud de la Ferrière a Caracas, in Venezuela, nel 1948. Come spesso accade, dopo la morte di Raynaud nel 1962, la Fraternità si è frammentata in decine di organizzazioni rivali, un arcipelago nel quale prima di Zoccatelli nessun osservatore esterno si era avventurato o era riuscito a mettere ordine (in seguito, avrebbero approfondito il tema i lavori di una studiosa peruviana che insegna a Vancouver, Rita Santillan).

Un lavoro parallelo, ugualmente complesso, che PierLuigi svolse con maestria, fu la ricostruzione dei numerosi scismi all’interno del Movimento Gnostico fondato dal maestro colombiano Samael Aun Weor: centinaia nel mondo, di cui una buona dozzina presenti in Italia. Ma qui si trattava di esoterismo e di gruppi con una pratica di erotismo sacro (un tempo chiamato, con termine meno politicamente corretto, magia sessuale), un ambito di studi che PierLuigi aveva coltivato già prima di venire a Torino.

Forse il più complesso labirinto in cui PierLuigi riuscì ad addentrarsi fu quello dei gruppi nati dall’insegnamento di Baba Bedi XVI, un maestro indiano di origine Sikh che aveva trovato in Italia il maggior numero di discepoli e vi si era trasferito nel 1972. Molti italiani conoscono suo figlio, l’attore Kabir Bedi, che interpretò il pirata della Malesia Sandokan in una famosa serie televisiva del 1976 tratta dai romanzi scritti fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento da Emilio Salgari. Ma per la storia delle spiritualità orientali in Italia non meno importante è il padre, Baba Bedi XVI, morto nel 1993. Anche in questo caso, la sua morte ha segnato l’inizio della consueta proliferazione di scismi e centri autonomi, una cui mappa non esisteva prima che se ne occupasse PierLuigi.

Potremmo percorrere tutte le sezioni dell’enciclopedia – che ha avuto tre edizioni a stampa nel 2001, 2006 e 2013, l’ultima di oltre 1.200 pagine, per poi continuare a essere aggiornata in una versione online fino alla morte di PierLuigi nel 2024 – e in ognuna trovare l’impronta personale e, per così dire, sentire la voce del compianto studioso, senza sminuire l’importanza dei contributi degli altri co-autori e collaboratori. Mi sento tuttavia di dire che senza PierLuigi Zoccatelli non ci sarebbe stata nessuna enciclopedia delle religioni del CESNUR. L’idea originaria era sua, e il lavoro per la maggioranza delle sezioni non sarebbe stato portato a termine senza il suo impegno e la sua dedizione.

PierLuigi Zoccatelli in visita alla Soka Gakkai a Tokyo con altri studiosi, marzo 2024.
PierLuigi Zoccatelli in visita alla Soka Gakkai a Tokyo con altri studiosi, marzo 2024.

La prima edizione dell’enciclopedia, pubblicata nel 2001, colpì i lettori come la realizzazione di un progetto del tutto nuovo nel panorama degli studi sulle religioni in Italia. Fu una delle opere di saggistica più recensite dell’anno, anche sui quotidiani e sulla stampa non specializzata. I giornalisti si meravigliavano quando scoprivano che in Italia non c’erano una decina di religioni, ma centinaia. L’enciclopedia inoltre forniva, e ha continuato a fornire negli anni fino al 2024, statistiche – anche queste curate da PierLuigi – che sono diventate un punto di riferimento autorevole e imprescindibile per studiosi e giornalisti.

Ragionando da sociologo e non solo da amico di PierLuigi, la domanda è qual è stato in Italia il significato della pubblicazione di ripetute edizioni dell’enciclopedia, a stampa e poi online, per ventitré anni. Ricordo che PierLuigi aveva ben chiaro che cosa l’enciclopedia “non” doveva essere: una sorta di pagine gialle delle religioni, senza sforzo interpretativo di che cosa i dati significassero.

Rispondendo a questa sua preoccupazione, gli raccontavo un’esperienza fatta da liceale che mi era rimasta particolarmente impressa. Frequentavo allora le riunioni di Alleanza Cattolica nella sua prima sede a Torino, in un locale semi-sotterraneo della storica Villa Frassati alla Crocetta. A tenere una di queste riunioni fu invitato un brillante studioso italiano, che non faceva parte di Alleanza Cattolica ma la seguiva con simpatia, Emanuele Samek Lodovici, poi scomparso prima ancora di compiere quarant’anni nel 1981. Il tema della riunione era la nozione di enciclopedia.

Samek distingueva fra la nozione illuminista di enciclopedia come raccolta di nozioni, di limitata utilità e senza valore educativo per i lettori, e il concetto originario precedente all’Illuminismo di “enkyklios paideia”, termine greco che indica una messa in ordine del sapere tramite un’educazione completa, un andare in circolo – ma secondo altri l’etimologia si riferisce anche al “cantare in coro” – per raggiungere un centro che è ultimamente di natura spirituale. Anche se il termine “enciclopedia” come tale appare solo nel Cinquecento, le enciclopedie c’erano già prima. Un autore insospettabile quanto a laicità come Umberto Eco – di cui posso però rivelare che si interessò alla nostra enciclopedia e ne volle una copia con dedica – scrive che “La costituzione di un archivio del sapere e delle conoscenze umane prende forma nel mondo romano, al fine di sistematizzare organicamente la cultura greca e latina. Nel Medioevo il modello enciclopedico si reinventa in senso allegorico e simbolico. L’ordine del mondo, che fa capo a Dio, discende sino alle più basse forme dell’esistente, che meritano di essere inventariate proprio per questa appartenenza al piano divino.”

I partecipanti alla prima sessione del convegno del 21 maggio 2025 all’Università di Torino in memoria di PierLuigi Zoccatelli: da sinistra a destra, Oscar Sanguinetti e Marco Invernizzi, di Alleanza Cattolica, con Massimo Introvigne al centro; Stefania Palmisano, dell’Università di Torino; e lo studioso di esoterismo Stefano Salzani.
I partecipanti alla prima sessione del convegno del 21 maggio 2025 all’Università di Torino in memoria di PierLuigi Zoccatelli: da sinistra a destra, Oscar Sanguinetti e Marco Invernizzi, di Alleanza Cattolica, con Massimo Introvigne al centro; Stefania Palmisano, dell’Università di Torino; e lo studioso di esoterismo Stefano Salzani.

Il maggiore impatto dell’enciclopedia delle religioni del CESNUR è stato nel mandare in pensione due miti contrapposti che si erano diffusi fra i giornalisti e avevano conquistato anche qualche studioso.

Il primo mito era quello della secolarizzazione e del declino irreversibile della religione e della spiritualità. Nel 1966 l’antropologo Anthony Wallace affermava che “il futuro evolutivo della religione è l’estinzione”. La prima edizione dell’enciclopedia si apriva con una discussione delle posizioni del teologo protestante statunitense Harvey Cox, che tra l’altro aveva preso conoscenza del nostro progetto in Italia e lo aveva incoraggiato. Cox aveva condiviso il pessimismo sul futuro della religione, ma poi aveva cambiato idea.

Nel 1994, discutendo il suo libro del 1965 “La città secolare” e in qualche modo rinnegandolo, Cox scriveva: “Forse ero troppo giovane e impressionabile quando gli accademici facevano queste previsioni tristi. In ogni caso le avevo assorbite davvero troppo facilmente, e avevo cercato di pensare quali avrebbero potuto essere le loro conseguenze teologiche. Ma ora è diventato chiaro che le predizioni stesse erano sbagliate. Chi le faceva […] ammetteva che la fede sarebbe potuta sopravvivere come un’eredità culturale, forse in ridotti etnici o abitudini di famiglia, ma insisteva che i giorni della religione come forza capace di dare forma alla cultura e alla storia erano finiti. Tutto questo non è accaduto. Al contrario, prima che i futurologi accademici facessero in tempo a ritirare la loro prima pensione, una rinascita religiosa – di un certo tipo – ha cominciato a manifestarsi in tutto il mondo” (Fire from Heaven, 1994, xvi).

Noi, e PierLuigi in particolare, eravamo però amici anche di studiosi come Karel Dobbelaere, scomparso anche lui nel 2024, che difendevano vigorosamente la tesi della secolarizzazione. L’enciclopedia si occupava esclusivamente di gruppi organizzati, non di credenze individuali. Tuttavia – accogliendo anche gli insegnamenti di un grande amico e a sua volta ispiratore dell’enciclopedia, Luigi Berzano – nel testo accennavamo alla presenza di nozioni diverse di secolarizzazione. Lo stesso Dobbelaere parlava di macro-, meso-, e micro-secolarizzazione.

Non avevamo dubbi sull’esistenza di una macro-secolarizzazione, che per Dobbelaere era la drastica riduzione dell’influenza della religione sulle scelte politiche e morali della maggioranza, anche se notavamo che il fenomeno non si manifestava nello stesso modo ovunque. All’idea che la modernità avesse conseguenze univoche preferivamo la nozione di Eisenstadt delle “modernità multiple”.

Prendevamo nota, anche qui in dialogo per quanto riguarda l’Italia con i lavori di due sociologi con cui PierLuigi aveva collaborato per anni a Torino, Luigi Berzano e Franco Garelli, che era anche in atto quella che Dobbelaere chiamava meso-secolarizzazione, cioè una diminuzione delle presenze ai riti religiosi come la Messa cattolica, anche qui non universale nella geografia e non lineare nella storia. Questa diminuzione interessava molto le religioni tradizionali e meno quelle di origine più recente e i nuovi movimenti religiosi. Tuttavia, anche questi ultimi sono stati colpiti dal COVID e dalla difficile ripresa post-COVID. Il COVID ha cambiato tutte le statistiche, un tema che affascinava PierLuigi ma che ha potuto solo cominciare a studiare.

Luigi Berzano al convegno all’Università di Torino del 21 maggio.
Luigi Berzano al convegno all’Università di Torino del 21 maggio.

Tuttavia, contestavamo l’idea che ci fosse davvero, per rimanere alla tripartizione di Dobbelaere, una micro-secolarizzazione, cioè una generale scomparsa dell’interesse per i temi spirituali e religiosi che avrebbe giustificato le cupe previsioni sull’estinzione della religione. Questa scomparsa, semplicemente, non c’era. Se le “grandi” religioni tradizionali perdevano colpi quanto al numero di praticanti regolari – ma non, come ci ha spiegato Berzano recentemente, quanto ai partecipanti ai riti di passaggio, e neppure quanto all’interesse pubblico per alcune loro attività, come testimoniato in modo spettacolare dal conclave di questo mese – l’interesse per la religione e la spiritualità continuava a manifestarsi in una miriade di forme nuove, talora sorprendenti e inattese.

Qui però si deve porre attenzione a non cadere nel secondo mito, contro il quale già metteva in guardia nel 2001 l’introduzione alla prima edizione dell’enciclopedia. Di fronte al lussureggiare di centinaia di organizzazioni religiose e spirituali inventariate nell’enciclopedia, qualcuno potrebbe dire che davvero in Italia c’è quella che ogni tanto i media “scoprono” e chiamano “invasione delle sette”. Chi conosce anche superficialmente il CESNUR sa che noi non usiamo l’espressione “setta”, rifiutiamo la distinzione fra “sette” cattive e “religioni” buone, e difendiamo la libertà di religione o di credenza anche dei gruppi comunemente etichettati come “sette”. È appena il caso di dire – ma qualche volta è opportuno ribadire l’ovvio – che la libertà religiosa non può essere invocata quando si commettono reati: reati comuni, però, diversi dal reato immaginario di “essere una setta”.

Rappresentanti di minoranze religiose con le studiose Stefania Palmisano e Raffaella Di Marzio al convegno del 21 maggio a Torino.
Rappresentanti di minoranze religiose con le studiose Stefania Palmisano e Raffaella Di Marzio al convegno del 21 maggio a Torino.

L’enciclopedia ha documentato che non esiste nessuna “invasione delle sette” in Italia. Anche adottando una nozione estensiva di “nuovi movimenti religiosi” o “nuove religioni”, ricomprendendovi realtà nate nel XIX secolo, il totale dei loro aderenti in Italia non arriva all’uno per cento. Non c’è una “invasione delle sette”, semmai – visto il gran numero di gruppi descritti nell’enciclopedia, molti dei quali però con meno di mille o anche meno di cento aderenti in Italia – una “invasione delle sigle”.

Attenzione, però: l’uno per cento non rappresenta il numero di italiani aderenti a minoranze religiose in genere, cioè religioni diverse dalla cattolica, molte delle quali non sono “nuovi movimenti religiosi” o “nuove religioni”, come l’Islam, l’ebraismo, il protestantesimo o il buddhismo. Questa percentuale, riferita ai cittadini italiani con passaporto italiano – escludendo quindi gli immigrati presenti sul territorio che non sono cittadini – era stata fissata da PierLuigi nel 2024, poco prima di morire, al 4,3%. I due gruppi più grandi erano però i cristiani ortodossi e i musulmani, che in anni recenti avevano superato i Testimoni di Geova, i quali erano stati per molti anni la prima minoranza religiosa in Italia, per effetto non di conversioni di italiani ma dell’acquisizione della cittadinanza italiana da parte di immigrati.

Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli a un convegno a Tbilisi, in Georgia, nel 2007.
Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli a un convegno a Tbilisi, in Georgia, nel 2007.

Le minoranze religiose sono dunque una presenza significativa – oltre il quattro per cento – ma ancora non comparabile al dato relativo alla Chiesa Cattolica, ancorché per quest’ultima si debba distinguere, per citare il titolo di un libro del 2006 di cui PierLuigi era coautore con Luigi Berzano, fra identità e identificazione, fra chi si sente e si dichiara cattolico (e partecipa ai riti di passaggio) e il numero molto più esiguo di frequentatori regolari delle Messe domenicali.

Al di là dei numeri, il pluralismo religioso resta però un dato culturalmente e anche politicamente significativo. Per la politica, l’università e le Chiese e religioni maggioritarie confrontarsi con questo pluralismo significa anzitutto conoscerlo, nelle sue caratteristiche e dimensioni reali e al di là dei miti. A questo voleva servire, nelle intenzioni di PierLuigi Zoccatelli, l’enciclopedia, e a questo è servita. Per tutti noi che ne siamo stati parte, è stata una grande avventura. Per PierLuigi, che amava molto “Moby Dick” e lo citava spesso, l’enciclopedia è stata la sua personale caccia alla Balena Bianca. Come sanno i lettori di Melville, è un’avventura dove la caccia è più importante della balena – e una dove, a differenza del capitano Achab, alla fine PierLuigi ha condotto la nave in porto, a beneficio dei marinai e di chi li attendeva con trepidazione sulla banchina.

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