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Le richieste di asilo di membri della Chiesa di Dio Onnipotente. 4. Come provare di essere un fedele della CDO?

by | Jan 28, 2025 | Documents and Translations, Italian

Mentre le accuse alla CDO di “commettere crimini” sono diventate meno di moda, le richieste di asilo sono ancora respinte quando le autorità non sono convinte che il rifugiato sia “davvero” un membro della Chiesa.

Di Massimo Introvigne, James T. Richardson e Rosita Šorytė

Articolo 4 di 9. Leggi l’articolo 1, l’articolo 2 e l’articolo 3.

CAG refugees in Italy performing in Torino, May 2024.
Rifugiati della CDO in Italia si esibiscono a Torino, maggio 2024.

Solo una minoranza di decisioni in materia di asilo, in particolare negli ultimi anni, accetta la narrativa cinese secondo cui la CDO è una “setta” violenta, menzionando l’omicidio del McDonald’s e le accuse secondo cui i membri della CDO avrebbero percosso altri cristiani e promosso rivolte in presunta attesa della fine del mondo nel 2012. Le COI più recenti seguono l’opinione di quasi tutti gli studiosi che hanno studiato la CDO, secondo cui questi crimini sono in gran parte immaginari. Si tratta di fake news create dalla propaganda cinese per giustificare la persecuzione. Tuttavia, la Cina continua a diffondere le fake news e di recente ha mobilitato anche attivisti anti-sette cristiani coreani che girano per i Paesi occidentali ripetendo la stessa propaganda.

In teoria, le autorità dei Paesi democratici potrebbero ancora ritenere che alcuni membri della CDO abbiano commesso dei crimini e concedere asilo a coloro che ovviamente non ne hanno commessi. Tuttavia, se l’autorità amministrativa o il tribunale crede nella descrizione della CDO come “setta” violenta e persino omicida, le storie dei richiedenti possono essere dichiarate non credibili quando difendono la loro Chiesa e negano che i crimini siano stati commessi da correligionari. Fortunatamente, l’argomentazione del “gruppo criminale” sembra stia perdendo vigore, anche se le ambasciate cinesi lavorano per perpetuarla.

Supponendo che l’autorità per l’immigrazione o il tribunale si basino su COI aggiornate e siano disposti a supporre che i membri attivi della CDO identificati come tali siano perseguitati in Cina, l’odissea del richiedente non finisce qui. Le autorità devono ancora convincersi che il rifugiato sia un vero membro della CDO.

È infatti possibile che immigrati economici dichiarino falsamente di essere membri della CDO per ottenere asilo. L’11 gennaio 2021 un avvocato sudcoreano è stato condannato per aver falsificato dei documenti per sostenere che i suoi clienti erano membri della CDO o del Falun Gong. Gli attivisti anti-sette coreani, che collaborano regolarmente con il PCC per attaccare i rifugiati della CDO, e i media cinesi hanno usato l’incidente per sostenere che i rifugiati della CDO si affidano ad avvocati disonesti. In realtà, l’avvocato condannato non ha mai rappresentato la CDO. Abbiamo intervistato gli avvocati che rappresentano i veri richiedenti asilo della CDO in Corea del Sud, i quali hanno spiegato che nessuno dei clienti dell’avvocato condannato era un vero membro della CDO. L’avvocato aveva semplicemente falsificato le prove per pretendere che i suoi clienti fossero membri della CDO (o del Falun Gong), ma non lo erano.

Uno degli autori, Massimo Introvigne, con rifugiati della CDO a Seul, in Corea del Sud, nel 2017.
Uno degli autori, Massimo Introvigne, con rifugiati della CDO a Seul, in Corea del Sud, nel 2017.

Ma come fa un richiedente asilo a dimostrare di essere un vero membro della CDO? Può descrivere la teologia e le attività della CDO, che le autorità confronteranno con le COI a loro disposizione. In alcuni casi precedenti, i rifugiati hanno presentato la teologia e le pratiche della CDO in quello che sarebbe sembrato un racconto ineccepibile agli studiosi che avevano studiato la CDO. Purtroppo, le autorità hanno confrontato quello che i rifugiati dicevano con COI obsolete o sbagliate (come quelle preparate dalla DIDR nel 2016 in Francia). Mentre i rifugiati avevano ragione e le COI erano sbagliate, le autorità hanno deciso di credere alle COI piuttosto che ai richiedenti asilo, concludendo che non conoscevano la loro religione e che probabilmente erano falsi membri della CDO. Fortunatamente, gradualmente sono emerse COI migliori e in Francia, ad esempio, diversi casi in cui le domande erano state respinte sulla base delle vecchie COI della  DIDR del 2016 sono stati riformati in appello.

Le autorità amministrative e i tribunali talvolta obiettano ancora che la conoscenza della teologia della CDO può provenire dai siti web della Chiesa o da altri siti, e non prova che il richiedente sia un vero membro della CDO. Nella maggior parte dei casi, i richiedenti presentano una dichiarazione delle organizzazioni della CDO o dei leader nella diaspora che confermano che sono membri attivi della CDO. In origine, tutte le richieste di questo tipo erano centralizzate presso la CDO di New York, i cui leader firmavano le dichiarazioni. Per superare l’obiezione che i leader di New York potrebbero non aver mai incontrato (o aver incontrato solo online) i rifugiati in Italia, Francia, Australia o altri Paesi, negli ultimi anni le dichiarazioni sono firmate da leader delle CDO locali nei rispettivi Paesi, che possono anche offrire la loro disponibilità come testimoni.

Un rifugiato della CDO in Italia a un evento del 2014 a Torino.
Un rifugiato della CDO in Italia a un evento del 2014 a Torino.

Mentre alcune decisioni negative continuano a sostenere che queste dichiarazioni sono generiche o ripetitive, il Tribunale di Roma ha fondato un’interessante decisione del 21 febbraio 2020 sulla testimonianza orale della presidente dell’entità legale della CDO in Italia. La presidente ha spiegato che non firma con leggerezza le dichiarazioni che confermano che un rifugiato è un vero membro della CDO. Innanzitutto, si basa su interviste con il rifugiato quando, all’arrivo in Italia, contatta per la prima volta la Chiesa. Le domande poste durante le interviste si concentrano su dettagli che non si potrebbero apprendere da fonti Internet e senza aver realmente partecipato alle attività della CDO in Cina. In secondo luogo, il rifugiato deve spiegare quale comunità locale ha frequentato in Cina. La CDO ha modo di contattare i leader locali cinesi e i correligionari della stessa chiesa locale che sono già fuggiti all’estero. La combinazione di questi due test permette ai leader locali della diaspora di certificare in buona coscienza che il rifugiato è un membro della CDO.

In alcuni casi, i richiedenti si sono convertiti alla CDO dopo aver lasciato la Cina, spesso da un altro gruppo cristiano. Si tratta delle cosiddette conversioni “sur place”, che generano richieste di asilo più difficili da valutare. È possibile che la conversione sia stata fatta per interesse personale, con l’unico scopo di ottenere l’asilo. In questi casi, i leader locali possono solo testimoniare che il richiedente partecipa regolarmente e, per quanto ne sanno, sinceramente alle attività della CDO all’estero. In diversi Paesi, anche in questi casi l’asilo è normalmente concesso se il richiedente può dimostrare che la sua visibilità nel Paese ospitante come membro della CDO ha probabilmente allertato le autorità cinesi, il che porterebbe a un arresto in caso di ritorno in Cina.

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