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Il dibattito teologico ed esoterico sull’esistenza dei vampiri (secoli XVII-XIX). 5. Echi ottocenteschi e novecenteschi di un antico dibattito

by | Oct 14, 2024 | Documents and Translations, Italian

Il grande dibattito accademico sui vampiri del Settecento ha una “coda” tra i demonologi dell’Ottocento. Dopo, rimangono soltanto figure folkloristiche o marginali.

di Massimo Introvigne*

*Relazione presentata alla Occult Convention 2024 organizzata dalla Società dello Zolfo, Parma, 7 settembre 2024

Articolo 5 di 5. Leggi l’articolo 1, l’articolo 2, l’articolo 3 e l’articolo 4.

Demonological assumptions about the vampire returned in the nineteenth century. AI-generated.
Nell’Ottocento tornano le ipotesi demonologiche sul vampiro. AI-generated.

Dopo Calmet e dopo i pronunciamenti dello Stato e della Chiesa, di Maria Teresa e di Benedetto XIV, il partito degli scettici si afferma pacificamente come dominante. Nel secolo XIX c’è però un revival, su scala più modesta, della discussione settecentesca, dovuto a due eventi successivi, che portano ad attribuire una grande estensione all’azione diretta del demonio nelle vicende storiche. Il primo è la Rivoluzione francese, che molti considerano impossibile spiegare con cause semplicemente umane. Il secondo è l’altrettanto sorprendente ascesa dello spiritismo. 

La demonologia ottocentesca parte dalla voluminosa opera del teologo tedesco protestante convertito al cattolicesimo Johann Joseph von Görres “Die Christliche Mystik”. Görres distingue tra tre tipi di “mistica”: divina, naturale e diabolica. Il vampirismo è discusso nel contesto della “mistica naturale” con riferimento a un “principio vitale”, che corrisponde – come per i neo-paracelsiani del Settecento – all’anima vegetativa. Nei vampiri secondo Görres non c’è più “vita umana”, ma c’è una “vita vegetativa” che circola nel sangue e previene la corruzione del corpo. I vampiri non escono dalle tombe né succhiano il sangue dei vivi ma la loro “vita vegetativa” crea un’energia negativa che fuoriesce dalla tomba e provoca malattie e allucinazioni nei viventi.

Curiosamente, mentre Görres è oggi talora presentato come troppo credulo, una certa demonologia francese che fiorirà dopo la metà dell’Ottocento lo criticherà al contrario per essersi mostrato troppo scettico. Lo accuserà di avere cercato spiegazioni naturali – o pericolosamente esoteriche – di quanto invece è opera del diavolo. 

I due principali demonologi francesi di questo periodo sono il marchese Jules Eudes de Mirville e il diplomatico Henri-Roger Gougenot des Mousseaux, quest’ultimo oggi ricordato soprattutto come teorico antiebraico. Per entrambi i vampiri sono cadaveri che escono dalle tombe e uccidono, e lo fanno perché sono posseduti dal diavolo. Perché il diavolo lo fa? Perché la sua natura è omicida. “Sangue, sangue! – scrive Gougenot – Questo è il loro grido migliore: tutti i diavoli sono vampiri, e perché? Perché sono gli Spiriti Omicidi dell’abisso”. 

Johann Joseph von Görres (a sinistra, 1776-1848, credits) e Henri-Roger Gougenot des Mousseaux (a destra, 1805-1876, credits).
Johann Joseph von Görres (a sinistra, 1776-1848, credits) e Henri-Roger Gougenot des Mousseaux (a destra, 1805-1876, credits).

Nel Novecento non ci sono più studiosi di teologia o di esoterismo accademici che credono al vampiro come non morto che esce dalle tombe e succhia il sangue dei viventi. Si crede semmai al vampiro psichico, che è però una figura diversa. 

Ai vampiri succhiasangue credono ancora personaggi marginali come Montague Summers che, dopo passaggi nelle Chiese anglicana e cattolica, continua una carriera nel filone occultista delle “piccole Chiese” (cioè Chiese i cui prelati, che spesso hanno pochissimi fedeli, rivendicano una successione apostolica più meno reale da vescovi cattolici o ortodossi ma non sono in comunione né con Roma né con le Chiese ortodosse canoniche).

Summers non ha dubbi sull’esistenza reale dei vampiri, non-morti che escono veramente dalle tombe per opera del diavolo. Gli rimane soltanto il dubbio se il diavolo animi i morti come se fossero dei manichini, o se le attività del defunto durante la vita abbiano qualche cosa a che fare con il suo diventare vampiro dopo la morte. 

Montague Summers (1880-1948). Fonte: X.
Montague Summers (1880-1948). Fonte: X.

Nel 1948 con Montague Summers scompare l’ultimo intellettuale – per quanto marginale e controverso – capace di argomentare in favore dell’esistenza dei vampiri come esseri umani “non morti.” Come già accennato, molti – e certamente molti ordini esoterici – pensano che esistano vampiri psichici capaci di sottrarre energia alle loro vittime, che però sono viventi e non defunti. Diverse religioni e movimenti pensano che esistano spiriti malvagi incubi e succubi, che però non sono umani. E certamente i sociologi, per non parlare dei poliziotti, sanno che esistono “vampiri” che influenzati dalla letteratura cercano di bere il sangue del partner – in genere prima di scoprire che è emetico – o anche criminali che sono cannibali o bevitori del sangue delle vittime o entrambe le cose. Ma anche questi sono viventi, non morti che escono dalle tombe.

Molti conoscono la citazione di Marx secondo cui la storia si ripete la prima volta come tragedia e la seconda come farsa. Oggi restano storie di vampiri che sembrano più farse che tragedie. Per esempio, nel mondo dei cristiani fondamentalisti che denunciano il “pericolo delle sette” un curioso personaggio è l’americano William Schnoebelen. Dopo essere stato sacerdote di “piccole Chiese”, adepto di vari ordini esoterici e mormone, ora si presenta come fondamentalista cristiano. Propone sensazionali rivelazioni secondo cui nelle “sette” come l’OTO ci sarebbero vampiri. Lui stesso sarebbe un vampiro convertito da Gesù. Uno slogan delle sue campagne recita: “Se Schnoebelen, reso folle dal desiderio di sangue e pronto all’assassinio, ha potuto essere cambiato da Gesù Cristo, CHIUNQUE lo può!”. 

Massimo Introvigne nel cimitero di Highgate nel 2013, di fronte alla tomba di Marx.
Massimo Introvigne nel cimitero di Highgate nel 2013, di fronte alla tomba di Marx.

Un’altra storia che ha un sapore di farsa – ma che ha deliziato i tabloid londinesi per decenni – è quella secondo cui ci sarebbe un vampiro nel cimitero di Highgate, vedi caso proprio quello dove è sepolto Marx. La storia inizia nel 1968 e diventa rapidamente una faida fra due personaggi pittoreschi del sottobosco occultista londinese, Sean Manchester (primate di una “piccola Chiesa” e discepolo autoproclamato di Summers) e David Farrant (candidato al Parlamento inglese nel 1978 per il suo Partito dei lavoratori stregoni, che chiedeva la libertà di girare nudi per strada e bordelli di stato a tariffe agevolate). Ognuno afferma di sapere la verità sul vampiro di Highgate e che il rivale è un cialtrone e un impostore. 

Farrant finirà in prigione quando cadaveri sepolti a Highgate saranno estratti dalle tombe e decapitati, pur negando ogni addebito. Con la sua morte nel 2019 l’interesse per il vampiro di Highgate sembra molto diminuito.

In chiusura della sua relazione alla Occult Convention parmense, Massimo Introvigne ha presentato un omaggio ironico a Parma, AI-generated.
In chiusura della sua relazione alla Occult Convention parmense, Massimo Introvigne ha presentato un omaggio ironico a Parma, AI-generated.

Esistono i vampiri? Forse a questa domanda sarebbe più romantico e divertente rispondere di sì ma un esame obiettivo di secoli di discussioni – più serie di quanto si creda – ci induce concludere che no, non ci sono nel mondo materiale umani defunti “non morti” che succhiano il sangue dei viventi. Tuttavia, i vampiri esistono nel mondo dell’immaginazione – che ha una sua consistenza e “realtà” e certamente determina effetti sociali. Inoltre, studiare il mito dei non morti è utile per capire la discussione sui “vampiri psichici” nonché per esplorare le molteplici dimensioni dell’aspirazione umana all’immortalità.

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