Nel Seicento, il tedesco “nachzehrer” e il greco “vrykolakas” sono precursori dei vampiri. Sulla loro possibile esistenza, inizia un dibattito fra eruditi e teologi.
di Massimo Introvigne*
*Relazione presentata alla Occult Convention 2024 organizzata dalla Società dello Zolfo, Parma, 7 settembre 2024
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La parola “vampiro” evoca oggi soprattutto i vampiri della letteratura, del cinema, dei comics. Ma il vampiro letterario nasce, tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, perché era in corso una discussione – teologica e propriamente esoterica, anche se questa parola non era ancora in uso – sull’esistenza dei vampiri. Oggi non parleremo del vampiro letterario che è quasi sempre aristocratico, bello, seducente e sexy mentre il vampiro della cui possibile esistenza si discuteva tra il Seicento e l’Ottocento era in genere un non morto contadino, brutto e puzzolente.
Non parleremo neppure della questione delle origini della credenza nei vampiri – con le ipotesi della Siberia, dell’India, della Cina e del folklore dei Rom – perché la discussione teologico-esoterica che affrontiamo oggi in realtà non se ne è mai occupata.

La preistoria della nostra discussione è rappresentata dal dibattito, che inizia in Germania nel Cinquecento, se esista il “nachzehrer,” che non è a rigore un vampiro ma un suo precursore. È un morto che mastica nella sua tomba. Mastica il velo, il sudario, i vestiti ma può anche cercare di mordere le proprie mani e le proprie braccia. Questa attività potrebbe sembrare innocua – e anche destinata a rimanere sconosciuta in eterno, almeno se le tombe sono ben chiuse –, ma non è così.
La masticazione del “nachzehrer,” secondo le credenze popolari, provoca infatti un misterioso svuotamento di energia tra coloro che vivono a una certa distanza dalla tomba, che deperiscono e muoiono. Inoltre, alla fine, grazie alla sua masticazione, il “nachzehrer” si rinforza, emerge dalla tomba e va in cerca di altre cose da masticare, fino a che è così forte da attaccare i viventi. In questo caso, in altre parole, è diventato un vampiro, anche se il termine non è ancora usato.
Benché al “nachzehrer” faccia già un accenno perfino Martin Lutero, l’opera decisiva per il dibattito teologico-esoterico sulla sua esistenza è la “Dissertatio historico-philosophica de masticatione mortuorum” pronunciata all’Università di Lipsia dal teologo protestante Philip Rohr e subito stampata nell’anno 1679. Rohr dà per scontato che il “nachzehrer” esista. Si riferisce a testi precedenti e scarta due ipotesi avanzate da autori seicenteschi: che alcuni defunti mantengano una “facoltà sconosciuta” che opera dopo la morte e che i loro corpi siamo posseduti dal biblico serpente demoniaco Azazel.
Rohr conclude che il corpo del “nachzehrer” è sì posseduto, ma dal diavolo. Ma perché diavolo il diavolo dovrebbe perdere il suo tempo a creare questi fenomeni? Rohr risponde che il diavolo non attacca i morti ma i vivi. Vuole provocare terrore e confusione tra chi vive vicino alle tombe, e anche litigi perché si dirà che il “nachzehrer” è diventato tale a causa dei suoi peccati. Per Rohr questa è in genere una calunnia creata dal diavolo, specie contro donne virtuose della cui castità si comincia a dubitare quando le si sente “masticare” nelle tombe.

A Rohr risponde, sempre a Lipsia, un altro teologo protestante, Michael Ranft, con la sua “Dissertatio historico-critica de masticatione mortuorum in tumulis” del 1725, che avrà diverse edizioni successive nelle quali ormai la parola usata sarà “vampyr”. Per Ranft il diavolo non c’entra. Sostenitore della nozione di una “magia naturale”, né divina né diabolica, Ranft afferma che oltre all’anima e al corpo c’è nell’uomo un’“anima vegetativa” che può continuare a esistere legata al cadavere per qualche tempo. Un segno che l’anima vegetativa è ancora viva nel cadavere maschile è il pene integro ed eretto. L’anima vegetativa può anche sprigionare una energia negativa contro le persone che il defunto aveva odiato in vita, il che spiega perché muoiono.
Nel Seicento, mentre in Germania si discute di “nachzehrer”, in Grecia si dibatte di “vrykolakas”. La prima opera di riferimento è quella di Leone Allacci “De quorundam Graecorum opinationibus” (1645). Secondo Allacci “il vrykolakas è il corpo di un uomo di vita malvagia e immorale, spesso quello di qualcuno che è stato scomunicato dal suo vescovo. Tali corpi non si decompongono dopo essere stati sepolti come quelli degli altri morti. Uscito dalla tomba, il vrykolakas si dirige verso una casa e, bussando alla porta, chiama per nome una delle persone che vi abitano. Se la persona risponde è perduta: certamente morirà il giorno seguente. Ma se non risponde è salva. Il vrykolakas, infatti, non chiama mai due volte”.

Allacci non è sicuro che il fenomeno del “vrykolakas” sia reale; anzi, tende a ritenere che potrebbe trattarsi di semplici dicerie. Qualche anno dopo l’opera di Allacci compare però a Parigi un resoconto del gesuita François Richard, che era stato missionario nell’isola greca di Santorini. Per il gesuita il fenomeno del “vrykolakas” è assolutamente reale ma non sono i morti che escono dalle tombe e se ne vanno a spasso. È il demonio che o assume la loro immagine o anche possiede i loro corpi così come possiede i viventi. Per il gesuita il “vrykolakas” è semplicemente “un caso particolare di possessione diabolica”.

Nel Settecento i trattati sul “nachzehrer” e sul “vrykolakas” cominciano a usare la parola “vampiro” perché di vampiri si stanno occupando la Chiesa, le gazzette e perfino la polizia. Esamineremo questo straordinario fenomeno nel prossimo articolo della serie.

Massimo Introvigne (born June 14, 1955 in Rome) is an Italian sociologist of religions. He is the founder and managing director of the Center for Studies on New Religions (CESNUR), an international network of scholars who study new religious movements. Introvigne is the author of some 70 books and more than 100 articles in the field of sociology of religion. He was the main author of the Enciclopedia delle religioni in Italia (Encyclopedia of Religions in Italy). He is a member of the editorial board for the Interdisciplinary Journal of Research on Religion and of the executive board of University of California Press’ Nova Religio. From January 5 to December 31, 2011, he has served as the “Representative on combating racism, xenophobia and discrimination, with a special focus on discrimination against Christians and members of other religions” of the Organization for Security and Co-operation in Europe (OSCE). From 2012 to 2015 he served as chairperson of the Observatory of Religious Liberty, instituted by the Italian Ministry of Foreign Affairs in order to monitor problems of religious liberty on a worldwide scale.


